La basilica di San Maurizio si trova sulla collina che domina Pinerolo, in provincia di Torino, ha una storia antichissima ed è ricca di decorazioni e opere d’arte.
Le informazioni sulla storia della basilica sono scarse, ne riportiamo alcune reperite anche grazie alle ricerche dell’archivista Marco Calliero e del professore pinerolese Mauro Maria Perrot.
Storia della basilica di San Maurizio
L’antica chiesa fu citata in documenti del 1078 e 1222, poi ricostruita verso fine Quattrocento e profondamente rimaneggiata nei secoli.

Le prime modifiche risalgono a inizio Trecento, quando venne eretta la torre campanaria, munita di orologio fin dal 1388, pare realizzato da tale fra Bernardo.
Presso l’antica chiesa si stabilì anche una scuola di grammatica, curata dai monaci, della quale si ha notizia intorno al 1372.
Dopo la ricostruzione, i rimaneggiamenti portarono le navate da tre a cinque, poi i restauri del Cinquecento videro il contributo di Carlo Emanuele I, come recitava un’iscrizione in suo onore.
La Basilica di San Maurizio fu ripetutamente danneggiata nei secoli, prima nel 1665 dall’esplosione della cittadella, a causa di un fulmine.

Poi nel 1693, quando durante la Guerra della Grande Alleanza Vittorio Amedeo II assediò Pinerolo, all’epoca presidio francese, e infine nel terremoto del 1808.
A metà Ottocento furono sistemati facciata, tetto delle tre navate centrali e scala del campanile, inoltre vennero tolte sia le iscrizioni risalenti alla pestilenza, che quella dedicata al contributo di Carlo Emanuele I di Savoia.
A fine Ottocento furono realizzate le decorazioni interne, ad opera del pittore torinese Gabriele Ferrero e installato l’impianto di illuminazione a gas.
Nella lunetta, sopra il portone centrale in legno possiamo ammirare l’affresco di San Maurizio, mentre sulle entrate laterali si scorgono visi di angeli.

Santuario della Madonna delle Grazie
Dietro la chiesa troviamo il Santuario della Madonna delle Grazie di Pinerolo, la prima citazione risale al 1584, ovvero una piccola cappella del cimitero vicino alla basilica.
In un testamento del 1769 l’edificio viene citato come Santuario della Madonna delle Grazie, ricostruito tra il 1747 e 1763, fu messo in comunicazione con la basilica tramite una scala interna che, negli anni è stata rivestita di ex-voto.

La facciata, risalente al primo decennio del Novecento è opera dell’ingegnere pinerolese Stefano Cambiano, gli interni del torinese Giovanni Massoglia.
Il santuario, ad aula unica ospita vari dipinti del pittore torinese Enrico Reffo, mentre sull’altare maggiore troviamo l’immagine cinquecentesca della Madonna con il Bambino.
Interni della basilica di San Maurizio
La basilica di San Maurizio ha cinque navate, vicino all’ingresso troviamo l’affresco della Madonna con il Bambino, risalente al Quattrocento e attribuito a Jacopino Longo.
Tra le diverse opere d’arte, alcuni dipinti come Nascita della Vergine del pittore torinese Claudio Francesco Beaumont e l‘Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo, dello svizzero Giuseppe Antonio Petrini.

Le cappelle laterali ospitano diverse opere, come il trittico del pittore novarese Giuseppe Rollini raffigurante la Vergine Immacolata, quello del Sacro Cuore di Gesù ed un affresco del XV secolo che rappresenta il Compianto sul Cristo morto.
All’estremità della navata destra sono tumulati i resti dei Principi d’Acaia, traslati dalla chiesa di San Franceso alla basilica di San Maurizio nel 1898; una lapide dello scultore di Moncalieri Pietro Canonica ricorda l’avvenimento.
L’organo fu realizzato nel 1848 da Giuseppe Collino e dal figlio Alessandro, presso la loro bottega di Pinerolo.
Nella chiesa di San Maurizio, quando non era ancora basilica vi pregò il futuro papa Pio XI, ovvero Ambrogio Damiano Achille Ratti, all’epoca ancora ragazzo.