Casa Scaccabarozzi, conosciuta come fetta di polenta

Casa Scaccabarozzi, conosciuta dai torinesi come fetta di polenta è un edificio storico di Torino, nel quartiere Vanchiglia, all’angolo tra via Giulia di Barolo e corso san Maurizio.

Casa Scaccabarozzi, oggi tra gli edifici tutelati dalla Soprintendenza per i Beni architettonici del Piemonte fu progettata dall’architetto novarese Alessandro Antonelli, a cui si deve l’imponente Mole Antonelliana.

Il nome deriva dalla moglie di Alessandro Antonelli, alla quale dedicò l’edificio, ovvero Francesca Scaccabarozzi.

Casa Scaccabarozzi

foto di Pequod76 – licensed under CC BY-SA 4.0

Invece il nome fetta di polenta nasce sia dal colore giallo ocra che dalla singolare pianta trapezoidale e molto sottile, infatti uno dei suoi prospetti laterali misura appena 54 centimetri.

Storia di Casa Scaccabarozzi, detta la fetta di Polenta

Nel 1840 fu realizzato il sobborgo del moschino (attuale Vanchiglia), il cui nome derivava dai numerosi insetti come conseguenza del vicino fiume Po.

Le edificazioni furono affidate alla Società Costruttori di Vanchiglia, alla quale si aggregò l’architetto Alessandro Antonelli che, come compenso ricevette un piccolo terreno sull’angolo sinistro di via dei Macelli, attuale via Giulia di Barolo.

Alessandro Antonelli tentò di acquistare anche il terreno confinante, tuttavia le trattative non andarono a buon fine.

Così per sfida, o secondo altri per scommessa Antonelli decise di realizzare lo stesso un edificio e, dato lo spazio esiguo dovette recuperare in altezza ciò che non poteva sfruttare in larghezza.

casa fetta di polenta torino

casa Scaccabarozzi di Emanuele – licensed under CC BY-SA 2.0

I primi piani risalgono al 1840, poi ne furono aggiunti altri due e infine, come dimostrazione di destrezza tecnica nel 1881 fu aggiunto l’ultimo piano.

Infine Alessandro Antonelli dedicò la fetta di polenta a sua moglie Francesca Scaccabarozzi.

Casa Scaccabarozzi divenne ben presto il simbolo del quartiere, poiché si opponeva alle classiche regole di costruzione, meritandosi il nome di fetta di polenta per la sua forma e il colore giallo ocra.

La fetta di polenta ospitò anche il Caffè del Progresso, al pian terreno, uno storico ritrovo torinese di rivoluzionari e carbonari.

All’epoca, c’era chi metteva in dubbio la stabilità di Casa Scaccabarozzi, data la sua forma particolare, così Alessandro Antonelli per sfida andò a viverci con la moglie per alcuni anni.

alessandro antonelli

Alessandro Antonelli

Oggi non solo la fetta di polenta è ancora in piedi, bensì rimase indenne all’esplosione della regia polveriera di Borgo Dora che, il 26 aprile 1852 oltre a causare più di venti morti danneggiò diversi edifici della zona.

Inoltre fu risparmiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che invece danneggiarono alcuni edifici circostanti.

In Casa Scaccabarozzi soggiornò anche Niccolò Tommaseo, al cui nome sono legati il Dizionario della Lingua Italiana e il Dizionario dei Sinonimi.

Nel 1974, in occasione del centenario della sua morte, sulla fetta di polenta fu posta una lapide in memoria del suo soggiorno.

Tra il 1979 e 1982 Casa Scaccabarozzi fu oggetto di sia restauro che decorazione degli interni, ad opera dell’architetto genovese Lorenzo Mongiardino.

Casa Scaccabarozzi Torino

facciata – licensed under CC BY-SA 4.0

Nel marzo 2005 la fetta di polenta fu oggetto di un’asta giudiziale disposta dal Tribunale di Torino, aggiudicata nel gennaio dell’anno successivo, poi dal marzo 2008 al maggio 2013 divenne contenitore dei progetti della galleria Franco Nero e nell’estate dello stesso anno tornò abitazione privata.

Le dimensioni dei lati di Casa Scaccabarozzi sono di circa 16 metri su via Giulia di Barolo, 4.35 su corso San Maurizio e solo 54 centimetri dalla parte opposta a quella del corso.

L’edificio, realizzato in mattoni per un’altezza complessiva di 24 metri dispone di 9 piani, due dei quali sotterranei e collegati da una stretta scala a forbice in pietra.

Venne anche installata una carrucola, ancora oggi visibile da via Giulia di Barolo, per trasportare carichi ingombranti ai vari piani.

Grazie alla cura dei dettagli da parte di Alessandro Antonelli, la fetta di polenta presenta ampie finestre e ben otto balconi, mentre il ballatoio, all’ultimo piano corre lungo i prospetti delle facciate principali.

Prima dell’intervento dell’architetto genovese Lorenzo Mongiardino nel 1979, Casa Scaccabarozzi era suddivisa in singole unità, poi sia interni che arredi assunsero un aspetto omogeneo.

Gli interni furono radicalmente ristrutturati tra il 2007 – 2008, esaltando gli elementi architettonici di Alessandro Antonelli pur mantenendo quelli decorativi dell’architetto Mongiardino.

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