Ceresole Reale: lago, escursioni e colle del Nivolet

Presso Ceresole Reale, in provincia di Torino si trova l’omonimo lago artificiale, a 1852 metri di altezza, sulle cui acque si rispecchiano le maestose montagne circostanti.

Il lago di Ceresole Reale occupa l’alta Valle Orco, incuneata tra il Massiccio del Gran Paradiso e le Levanne, un gruppo montuoso delle Alpi Graie e, grazie al suo panorama mozzafiato è una delle mete più apprezzate da torinesi e turisti.

L’invaso del lago di Ceresole è largo circa 700 metri e lungo oltre 3 chilometri, è formato dallo sbarramento del fiume Orco e ha una capacità pari a circa 35 milioni di metri cubi d’acqua.

lago di ceresole

L’invaso è parte del complesso di dighe costruite nel bacino idrografico dell’Orco e alimenta diverse centrali idroelettriche come quella di Rosone, Bardonetto e Villa.

La diga del lago di Ceresole Reale venne inaugurata il 2 agosto 1931 alla presenza del principe Umberto II di Savoia.

Il lago è balneabile e, grazie alla presenza di venti ottimali è anche lo scenario ideale per gli amanti di tavole a vela, natanti a remi e kayak.

Il lago di Ceresole offre uno splendido percorso ad anello che nei mesi caldi permette una piacevole passeggiata nella natura ammirando in totale tranquillità le bellezze del luogo.

Il percorso è lungo circa 7.400 metri e vi si accede da diversi punti, il più comodo è presso il rifugio Massimo Mila in Borgata Villa 9, dotato di parcheggio, area di gioco per bambini e servizi igienici pubblici.

Il percorso è ottimo anche per gli allenamenti, infatti da diversi anni è luogo di ritiro per la nazionale italiana di corsa in montagna.

Il giro del lago di Ceresole Reale può essere diviso in tre tratti.

Si parte dal rifugio Massimo Mila costeggiando il lago sul lato della montagna ed è un tratto prevalentemente ombreggiato.

lago di ceresole torino

Poi si attraversa la diga, che offre una splendida vista sia sul lago di Ceresole che sulle montagne circostanti.

Nel terzo tratto dalla diga si costeggia sia la strada che il lago, terminando al rifugio Massimo Mila.

Per gli amanti delle passeggiate in montagna ci sono diverse escursioni che partono dalla zona di Ceresole Reale.

Lago Dres

Si parte da località Villa Poma oppure da una passerella a circa 200 metri verso il monte, dove inizia un sentiero lungo il percorso giro lago.

Dopo un breve tratto i due sentieri si uniscono salendo in un bosco di larici, rododendri e abeti e al bivio si prosegue a sinistra nel Vallone del Dres fino all’Alpe Loslà, a 2054 metri.

Poi si arriva all’Alpe Foppa dove è possibile scorgere la conca del lago Dres, infine superando il lago e risalendo il Vallone si sale al Colle della Piccola, alle pendici dei monti Barrouard e Corno.

Casotto Cialme

Si prende il sentiero alle spalle del Municipio che, per un tratto di strada segue il Sentiero Natura fino al bivio a sinistra, dove si imbocca il sentiero 541 che conduce al Casotto Cialme.

Dal sentiero si può ammirare lo splendido panorama sia su Ceresole Reale che sul versante sud della Valle Orco, inoltre salendo è possibile avvistare caprioli e camosci.

diga ceresole reale

diga di F CeragioliCC BY-SA 3.0

Poi una volta raggiunto il Casotto Cialme è possibile proseguire per l’Alpe Cà Bianca.

Alpe Cà Bianca, Prà del Cres e Colle Sià

Si prende il sentiero che parte da Borgata Moies entrando in un lariceto, dove sulla destra incontriamo il sentiero proveniente dalla Borgata Capolugo.

Poi proseguendo su ampi tornanti con numerose baite diroccate si giunge al termine del bosco, dove sul margine di un ripiano sorge Cà Bianca.

Salendo si giunge a Prà del Cres, poi imboccando il sentiero a sinistra si sale lungo il Colle Sià, dal quale possiamo ammirare lo splendido panorama sulla Valle Orco.

Poi è possibile proseguire per la Casa di Caccia del Gran Piano o il Bivacco Giraudo.

Laghi di Bellagarda, Bocchetta Fiorìa

Si parte da Borgata Lilla e dopo un gruppo di antiche case di montagna l’itinerario si biforca in corrispondenza una piccola area pic nic.

Seguendo il sentiero a destra saliamo nel bosco fino all’Alpe Pesse, entrando nel Vallone che prende il nome dai monti Unghiasse e Bellagarda verso l’Alpe Ciarbonera, dove possiamo ammirare il maestoso panorama.

Il sentiero prosegue fino al primo lago in cui si specchiano le eleganti Levanne, gruppo montuoso della Alpi Graie, poi salendo vi sono altri piccoli laghi, il più alto si trova a 2.246 metri di altezza.

madonna della neve

Madonna della NeveCC BY-SA 4.0

Invece il sentiero per la Bocchetta sale sul versante che separa Punta Pelousa dal Monte Unghiasse, tuttavia occorre fare attenzione, poiché è difficile orientarsi dato che i sentieri sono quasi scomparsi, infatti spesso si sconsiglia di proseguire oltre.

Col Leynir, Monte Taou Blanc

Dal rifugio Savoia, oltre i laghi Serrù e Agnel si sale all’Alpe Riva, proseguendo sul sentiero verso destra.

Dopo aver costeggiato il lago Rosset saliamo lungo la mulattiera che conduce al Colle, dove uno splendido panorama spazia dal Monte Bianco al massiccio del Gran Paradiso.

Sul sentiero è possibile avvistare camosci e stambecchi.

Pian del Nel, Rifugio G. Jervis, Colle Di Nel

Arrivando dai sentieri 531 e 532 deviamo a destra verso la chiesetta Maria Ausiliatrice proseguendo fino all’Alpe Nel, salendo al Colle lungo il pendio.

Il Colle di Nel offre uno splendido panorama su Ceresole Reale e sul gruppo delle Levanne.

levanne

LevanneCC BY-SA 4.0

La zona di Ceresole Reale è anche adatta agli amanti di roccia e arrampicate, anche su ghiaccio, infatti vi sono diversi itinerari consultabili sul sito internet dedicato al turismo del luogo.

Storia di Ceresole Reale

Ceresole Reale, insieme a Venaria (TO) sono gli unici comuni italiani a fregiarsi del titolo di Reale e gran parte del suo territorio rientra nello splendido Parco Nazionale del Gran Paradiso.

L’origine del nome Ceresole si riferisce probabilmente al fatto che anticamente, vi fosse una foresta di ceresiolae, ovvero piccole ciliegie.

Ceresole Reale, di probabile origine celtica conserva anche tracce dell’antica dominazione romana, poiché su alcuni massi dei corridoi sotterranei delle Miniere di Bellegarda e Cuccagna, compaiono iscrizioni latine.

Infatti secondo la tradizione, in epoca imperiale i cristiani erano costretti a lavorare nelle miniere e le vittime del duro lavoro diedero poi origine al culto di San Minatore o San Meineiro.

ceresole reale

invernoCC BY-SA 3.0

Le prime notizie accreditate su Ceresole Reale risalgono intorno all’anno mille, quando l’imperatore Ottone III di Sassonia donò l’Alta Valle Orco all’allora vescovo di Vercelli.

Poi i territori passarono ai Valperga, un gruppo di famiglie nobili riunite in consortile, concedendo gli statuti nel 1338.

Tuttavia le angherie dei nobili a la povertà fecero insorgere la popolazione locale, nella meglio conosciuta rivolta dei Tuchini del Canavese contro il potere dei feudatari appartenenti ai consortili di Valperga e San Martino.

Secondo l’interpretazione più accreditata l’origine del nome Tuchini deriverebbe dal francese “tue chien”, ovvero ammazza cani, nome dei primi rivoltosi che in Francia iniziarono la ribellione uccidendo i cani dei signori locali.

Infatti i cani dei nobili non potevano essere toccati, nemmeno se uccidevano animali domestici o arrecavano danni alle coltivazioni.

Nella tradizione piemontese il termine tuchini è considerato una derivazione del motto “tucc un”, ovvero tutti uno, forse utilizzato dai ribelli dell’epoca e che caratterizza il battaglione Alpini di Ivrea.

apli piemontesi

foto di Fulvio Spada – CC BY-SA 2.0

Nel 1449 ci fu la pacificazione, poiché le popolazioni locali pagarono 2.000 fiorini per dipendere soltanto dai Savoia, anche se ben presto tornarono sotto il dominio dei Valperga.

Nel 1794 gli abitanti di Ceresole Reale respinsero i repubblichini francesi quando tentarono l’invasione passando dal Colle della Galisia, valico delle Alpi Graie.

Tra il 1854 e il 1864 Vittorio Emanuele II istituì la Riserva Reale del Gran Paradiso e dal 1862 Ceresole si fregiò del titolo di Reale, poiché il comune cedette gratuitamente al sovrano il diritto di caccia a stambecchi e camosci.

Così nel corso degli anni venne realizzata una fitta rete di mulattiere per facilitare i percorsi dei sovrani, le stesse strade che oggi offrono l’accesso al Parco a al territorio di Ceresole Reale fino ad alta quota.

Inoltre il Re fece tracciare una serie di sentieri per collegare i vari casotti di caccia, formando anche un corpo di guardie specializzate, gli stessi sentieri attraverso cui oggi gli escursionisti ammirano le bellezze del parco.

Il 3 dicembre 1922 la Riserva Reale fu donata allo Stato Italiano, dando così vita allo splendido Parco nazionale del Gran Paradiso.

Oggi Ceresole Reale è una località di altissimo valore ambientale, inoltre permette di praticare attività sportive di montagna immersi in un paesaggio quasi incontaminato.

Infatti l’area è dimora della più affascinante fauna alpina come aquile, marmotte, camosci, volpi e stambecchi, simbolo del parco.

Come detto prima, da Ceresole Reale si snodano diversi sentieri che conducono in splendidi boschi, pianori e malghe, dove i panorama mozzafiato spaziano oltre le cime innevate.

In inverno è possibile praticare sci di fondo o percorrere sentieri con le ciaspole, mentre per le cascate di ghiaccio e lo scialpinismo è disponibile la palestra X-Ice Park.

Inoltre è possibile praticare trekking in quota o arrampicate, come le storiche pareti Caporal e Sergent.

Colle del Nivolet

Sopra Ceresole Reale, nel Parco nazionale del Gran Paradiso si trova lo splendido Colle del Nivolet, a 2.612 metri di altezza, spartiacque tra la Valsavarenche in Valle d’Aosta e la Valle dell’Orco, in Piemonte.

colle nivolet

veduta del Colle del Nivolet – CC BY-SA 4.0

Il Colle del Nivolet è raggiungibile da Ceresole Reale anche con mezzi motorizzati attraverso la strada realizzata nel 1931.

La strada asfaltata che porta al Colle fu realizzata grazie all’alpinista di Trento Renzo Videsott, primo presidente del parco, portando così la prima forma di turismo del luogo.

Il Colle del Nivolet, famoso anche per i suoi laghi alpini ospita una vasta pianura costellata da torbiere e stagni, dove è possibile osservare marmotte, camosci, stambecchi, uccelli e diverse specie di anfibi.

Il Colle del Nivolet viene spesso usato dagli appassionati di astronomia per osservazioni notturne, poiché tra i luoghi raggiungibili con mezzi motorizzati è uno dei più bui d’Italia.

Infatti essendo schermato dalle montagne verso la città il colle è parzialmente immune all’inquinamento luminoso, inoltre la sua altitudine riduce le interferenze dell’atmosfera durante le osservazioni del cielo.

Nel 1969, sulla strada che dal Colle del Nivolet porta verso i laghi Agnel e Serrù fu girata una scena del film Un colpo all’italiana, conosciuto anche come The Italian Job, diretto dal regista britannico Peter Collinson.

Sul Colle del Nivolet, sopra Ceresole Reale vi sono anche due rifugi, il Chivasso e il Savoia.

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