Teatro Regio di Torino, uno dei più importanti d’Italia

Il teatro Regio di Torino, inaugurato il 26 dicembre 1740 è uno dei più importanti d’Italia e tra i più rilevanti nel panorama sia europeo che internazionale.

Il teatro Regio venne distrutto da un incendio nel febbraio 1936, poi ricostruito nel dopoguerra e reinaugurato il 10 aprile 1973.

Storia del Teatro Regio di Torino

Nei primi decenni del Settecento Vittorio Amedeo di Savoia commissionò la progettazione del teatro all’architetto messinese Filippo Juvarra

Poi nel 1738 dopo la morte di Filippo Juvarra, Carlo Emanuele III di Savoia incaricò l’architetto romano Benedetto Alfieri di progettare un teatro che rispecchiasse il prestigio che la monarchia Sabauda stava acquisendo a livello internazionale.

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Il Teatro Regio venne inaugurato il 26 dicembre 1740 con l’opera Arsace del compositore napoletano Francesco Feo, diretta dal violinista torinese Giovanni Battista Somis.

All’epoca il teatro era di esclusiva proprietà regia, anche se occasionalmente aperto alla cittadinanza, infatti le fastose sale della Corte, dietro il Palco della Corona era collegate ai regi appartamenti.

I sovrani raggiungevano il Teatro Regio seguendo un percorso cerimoniale che, dagli Appartamenti Palatini, la Sala della Rotonda e Galleria della Regina raggiungevano lo Scalone delle Segreterie.

Da qui imboccavano una galleria lunga 123 metri, ornata da busti e statue, che conduceva alle sale del Ridotto, adiacenti al Palco Reale.

All’epoca Il Teatro Regio aveva una capienza di circa 2.500 posti, studiato per offrire un’eccellente acustica e una ottima visibilità dal palcoscenico.

All’interno c’erano atrii, gallerie, scaloni, sale da gioco, camere per la corte e una bottega dei rinfreschi, il tutto esaltato dalle magnifiche decorazioni come la volta dipinta dai pittori Michele Antonio Milocco, torinese e dal fiorentino Sebastiano Galeotti.

Il Teatro Regio era spesso visitato durante il Grand Tour, il viaggio dei ricchi aristocratici nell’Europa continentale a partire dal XVIII secolo, di cui Torino era una tappa obbligata.

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illustrazione del 1850 – licensed under CC BY-SA 3.0

All’epoca diversi personaggi illustri, giunti a Torino lasciarono memorie scritte sul Teatro regio, come il magistrato e filosofo francese Charles de Brosses.

Charles de Brosses, divenuto famoso grazie al diario epistolare del suo viaggio in Italia del 1739-1740, (pubblicato nel 1836) osservò come il teatro Regio di Torino fosse il più grande d’Italia, oltre che uno dei più belli.

Il compositore inglese Charles Burney, uno dei primi storiografi musicali citò il Teatro Regio di Torino in The Present State of Music in France and Italy, definendolo “il grande teatro dell’opera che è considerato uno dei più belli d’Europa”.

Nel 1761 la Stamperia Reale pubblicò le incisioni di Giovanni Antonio Belmondo sui disegni originali dell’architetto romano Benedetto Alfieri, per divulgare in tutta Europa i fasti della dinastia reale sabauda.

Le incisioni furono riprodotte in diversi trattati di architettura, poi pubblicate nel 1772 nell’Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri.

Si tratta di una vasta enciclopedia in lingua francese pubblicata nel XVIII secolo da un gruppo di intellettuali sotto la direzione di Denis Diderot, scrittore e filosofo francese, con la collaborazione del matematico, fisico e astronomo Jean-Baptiste d’Alembert, anch’esso francese.

Diversamente dai teatri francesi, il Regio di Torino non aveva sedili fissi, bensì’ sedie mobili, poiché era anche sede di incontri per conversare, mangiare e giocare d’azzardo.

Infatti nel teatro Regio vennero aperte diverse botteghe, come quella delle galanterie e dei rinfreschi, appaltate alla Società dei Cavalieri.

Nel 1771 presso il Regio di Torino, il compositore austriaco Amadeus Mozart e il padre Leopold videro l’opera Annibale in Torino del compositore tarantino Giovanni Paisiello che, poco dopo fu chiamato a san Pietroburgo dall’imperatrice Caterina II di Russia.

Wolfgang Amadeus Mozart

Wolfgang Amadeus Mozart

Il Teatro Regio acquisì fama a livello internazionale anche grazie alla sua ben congegnata organizzazione finanziaria e amministrativa, infatti destò l’interesse di altri enti teatrali come quelli di Lucca, Parma, Cagliari e Vienna.

Nel 1769 l’imperatore austriaco Giuseppe II d’Asburgo-Lorena, in visita al Re Carlo Emanuele III ammirò personalmente il Teatro Regio di Torino, così nel 1776 consigliò all’architetto umbro Giuseppe Piermarini, incaricato di progettare il Teatro della Scala di Milano, di guardare al Teatro Regio.

Le stagioni del Regio comprendevano opere composte appositamente per il teatro, alle quali si aggiungevano spettacoli strettamente legati a vicende della dinastia o della politica del Regno.

Diversi celebri compositori scrissero per il Teatro Regio di Torino, come il veneziano Baldassare Galuppi, il tarantino Giovanni Paisiello, il casalese (AL) Giacinto Calderara, i casertani Niccolò Jommelli e Domenico Cimarosa, Johann Adolf Hasse di Amburgo, Johann Christian Bach di Lipsia e il bavarese Christoph Willibald Gluck.

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dipinto del 1752 di Pietro Domenico Olivero

All’inizio dell’occupazione francese, precisamente tra il 1801 e il 1803 la gestione del teatro Regio passò all’architetto teatrale torinese Giacomo Pregliasco, ricordato come l’autore di splendidi costumi sia per il teatro San Carlo di Napoli che la Scala di Milano.

Anche Napoleone Bonaparte quando era a Torino presenziò alcuni spettacoli del Regio con i migliori interpreti dell’epoca, come il violoncellista e tenore livornese Nicola Tacchinardi, il soprano spagnolo Isabella Colbran e il compositore napoletano Salvatore Viganò.

Il teatro Regio fu anche sede di feste per le visite dell’imperatore e dei principi regnanti, ovvero Camillo II Borghese e paolina Bonaparte, sorella minore di Napoleone.

Con la Restaurazione il Regio tornò ai Savoia e con Re Carlo Felice, grande appassionato di lirica e teatro arrivarono diversi nomi illustri come il tenore bergamasco Domenico Donzelli e il soprano di Saronno (VA) Giuditta Pasta.

Con l’arrivo al trono di Carlo Alberto di Savoia nel 1831, il teatro Regio fu oggetto di restauro sotto la direzione dagli architetti Ernesto Melano di Pinerolo (TO) e del bolognese Pelagio Palagi.

A metà Ottocento la programmazione comprendeva opere di repertorio e non più scritte appositamente per il Teatro Regio, poi a partire dal Barbiere di Siviglia del 1855 si aprì anche all’opera buffa.

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stemma di Torino all’esterno del Teatro Regio – licensed under CC BY-NC-SA 2.0

Nel 1861, il restauro del pittore milanese Angelo Moja cancellò le modifiche del bolognese Pelagio palagi, conferendo al teatro una veste barocca.

Nel 1865 andò in scena il soprano spagnolo Adelina Patti, all’epoca diva della lirica, in quattro recite del Barbiere di Siviglia, del compositore pesarese Giacomo Rossini e La Sonnambula, del catanese Vincenzo Bellini.

Nel 1870 il teatro Regio passò al Comune di Torino e la sua storia si intreccia con quella dell’Orchestra Civica e dei Concerti Popolari del compositore e direttore d’orchestra veneziano Carlo Pedrotti.

Carlo Pedrotti portò profonde innovazioni nella programmazione del Regio, introducendo la musica del compositore francese Jules Massenet e del tedesco Richard Wagner.

Pedrotti assunse la carica di maestro concertatore e direttore d’orchestra del Regio e, fondando i Concerti Popolari, la prima istituzione concertistica pubblica d’Italia, diede un forte impulso all’attività del teatro.

I concerti popolari si tennero presso il teatro Vittorio Emanuele, dove oggi sorge l’Auditorium Rai “Arturo Toscanini”, tuttavia appartengono alla storia del teatro Regio poiché vi suonava la sua orchestra.

I 64 concerti tenutisi tra il 1872 e il 1886 offrirono un panorama del repertorio romantico, classico e contemporaneo, creando interesse per la musica strumentale, all’epoca ancora poco coltivata in Italia.

Negli anni ’70 e ’80 dell’Ottocento il teatro Regio ospitò il “ballo grande”, masse di ballerini e imponenti apparati scenici con ambientazioni che spaziavano dalle ricostruzioni storiche di Cristoforo Colombo alla mitologia germanica.

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Nel 1882 andò in scena Excelsior del compositore di Novi Ligure (AL) Romualdo Marenco, un’allegoria della vittoria della Civiltà e della Luce sull’oscurantismo.

Nel 1893 Manon Lescaut del compositore lucchese Giacomo Puccini che, tre anni dopo tornò con La bohème diretta dal parmense Arturo Toscanini, lo stesso che dirigerà Madama Butterfly nel 1906, sempre di Puccini.

Il Regio venne chiuso dal 1901 al 1905 a causa delle precarie condizioni e, dopo un lungo dibattito se costruire un nuovo teatro o meno, partirono le ristrutturazioni.

La capienza complessiva del teatro Regio raggiunse i 3.500 posti, inoltre assunse una veste più popolare, ovvero non più un ritrovo per aristocratici, bensì un riflesso dei cambiamenti sociali avvenuti sia in Italia che in Europa.

Il 26 dicembre 1905, dopo circa tre anni di chiusura, durante i quali la programmazione fu trasferita presso il teatro Vittorio Emanuele, il Regio fu riaperto al pubblico.

Nel 1914 andò in scena Francesca da Rimini del compositore di Rovereto Riccardo Zandonai, poi dopo la chiusura durante il primo conflitto mondiale il Regio di dedicò a opere di repertorio.

Nel 1924, una completa riforma del palcoscenico portò il teatro Regio di Torino ad avere il più vasto e moderno palcoscenico d’Italia.

Incendio del teatro Regio di Torino

La notte tra l’8 e il 9 febbraio 1936 il teatro Regio fu distrutto da un violentissimo incendio, le cui cause non furono mai chiarite del tutto.

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Teatro Regio 8 febbraio 1936 – licensed under CC BY-SA 3.0

L’incendio si sviluppò nei sotterranei del palcoscenico propagandosi repentinamente e, nonostante il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco e del Genio Militare, le fiamme raggiunsero ben presto la sala.

La notte tra l’8 e il 9 febbraio 1936, migliaia di torinesi accorsero in piazza Castello, impotenti davanti al rogo che stava divorando il loro teatro, vecchio di quasi 200 anni.

Della vecchia struttura del teatro Regio rimasero solo i muri esterni e pochissimi cimeli.

L’anno successivo fu pubblicato un bando di concorso per la ricostruzione, vinto dagli architetti Robaldo Morozzo della Rocca e Aldo Morbelli, tuttavia poco dopo scoppiò la seconda guerra mondiale.

Solo nel 1965 l’amministrazione comunale affidò l’incarico all’architetto torinese Carlo Mollino, già artefice sia della Camera di Commercio Industria e Artigianato che dell’Auditorium della Rai e agli ingegneri Adolfo e Marcello Zavelani Rossi.

I lavori, iniziati nel settembre 1967 terminarono nei primi mesi del 1973, poi il teatro Regio venne inaugurato il 10 aprile dello stesso anno dall’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone.

Per l’occasione andò in scena l’opera I Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi, per la regia del soprano Maria Callas e del tenore catanese Giuseppe di Stefano.

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Pietro Izzo, Odissea Musicale- licensed under CC BY-NC-SA 2.0

Il teatro Regio si sviluppa in otto piani, di cui quattro sotterranei con ha una capienza di 1.500 posti.

Le strutture e l’avanzata tecnologia lo pongono all’avanguardia nel panorama internazionale, infatti il suo palcoscenico è tra i più grandi e meccanizzati d’Europa.

La sala è illuminata da un grande lampadario composto da 1762 tubi sottilissimi di alluminio, con un punto luce e 1900 steli di perspex riflettente che crea un affascinante effetto stalattite.

Dall’inaugurazione del 1973 l’attività del teatro Regio di Torino è costantemente incrementata, ospitando diverse ricorrenze come il 250° anniversario della sua fondazione, nel 1990 e il centenario della prima assoluta della Bohème, in diretta Tv su Rai Due nel 1996, con oltre tre milioni di telespettatori.

Dopo il 250° anniversario della fondazione del Teatro Regio di Torino, venne installata la cancellata bronzea Odissea Musicale lunga 24 metri, dello scultore laziale Umberto Mastroianni.

Durante i XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, anche il Teatro Regio è stato protagonista con un numero eccezionale di spettacoli esibiti sotto gli occhi del pubblico mondiale.

Nel coso degli anni infatti, il Teatro regio è andato diverse volte in tournée come Cina, Giappone, Argentina, Stati Uniti, Canada, oltre che in diverse capitali europee.

4 risposte a Teatro Regio di Torino, uno dei più importanti d’Italia

  • Riscontro il vostro articolo con ricchezza di notizie ed informazioni quasi tutte corrette salvo alcuni aspetti relativi all’inizio lavori, e non solo …. !!!!! Ricordo che l’Auditorium Toscanini vide anche in quel caso l’opera degli architetti Morbelli e Morozzo con la collaborazione del “maestro” Mollino….Osservo inoltre che il progetto e la costruzione della sede della Camera di Commercio fu quasi contemporanea al cantiere del Regio …. Il grande Mollino …. seguire i lavori negli incontri del sabato in cantiere con la guida di mio padre direttore dei lavori e coordinatore del team dei colleghi progettisti mi ha permesso di conoscere molto bene il Maestro….una lezione di architettura direttamente in trincea veramente fantastica…..Buon lavoro ragazzi !!!!!!

  • una storia veramente emozionante 🤩🤩

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