Ivrea, patrimonio dell’UNESCO: storia e bellezze

Ivrea, comune della città metropolitana di Torino è stato il 54° sito italiano a diventare patrimonio dell’UNESCO e nel 2022 è stato nominato Capitale italiana del libro.

Ivrea si trova a 267 metri sopra il livello del mare, è bagnata dalla Dora Baltea e circondata da diversi laghi, il più grande è il lago Sirio che presenta una superficie di 0.29 chilometri e una profondità massima di 43.5 metri.

Come vediamo a breve, Ivrea ha origine antichissime ed è ricca di storia, arte e cultura.

ivrea

Storia di Ivrea

L’antico nome di Ivrea è Eporedia, spesso utilizzato ancora oggi, infatti i suoi abitanti sono chiamati eporediesi e il nome deriverebbe da Epona, dea dei cavalli e dei muli, una figura della religione celtica poi passata a quella romana.

La contrazione dei termini gallici epo (cavallo) e reda (carro a quattro ruote), indicano come all’epoca Ivrea fosse una strategica stazione di carri per accedere all’Italia settentrionale.

A partire dal I secolo a.C. Ivrea divenne una colonia romana a presidio militare che, dalla pianura piemontese arrivava nelle valli della Dora Baltea e il nome fu latinizzato in Iporeia, Ivreia, Augusta Eporedia e Ivrea

Nei pressi del centro storico vi sono i ruderi dell’anfiteatro romano, risalente alla metà del I secolo d. C. e si ritiene potesse ospitare oltre 10.000 spettatori.

Durante il periodo longobardo, tra il VI e il VII secolo la città divenne capitale del Ducato di Ivrea, un territorio che comprendeva anche la diocesi di Vercelli.

piazza ferruccio nazionale

piazza Ferruccio Nazionale – licensed under CC BY-SA 3.0

Nel IX secolo fu costituita la Marca d’Ivrea retta dagli Anscarici, una dinastia marchionale e poi regale di Origine franca.

Dopo un periodo di contrasti con il potente vescovo della città, tale Warmondo, appartenente alla nobile famiglia degli Arborio, Ivrea venne acquistata da Arduino da Pombia, re d’Italia dal 1002 al 1014.

Nel 1002 un nutrito gruppo di vassalli ostili al potere imperiale, approfittando della morte di Ottone III, Re degli Italici dal 996 al 1002, fece eleggere Arduino da Pombia re d’Italia presso la basilica di San Michele Maggiore a Pavia, dal vescovo della città.

Questo permise a Ivrea di acquisire grande importanza all’interno del Regno d’Italia.

Poi Re Arduino fu scomunicato da Papa Silvestro, poiché era in forte contrasto sia con la chiesa di Ivrea che con quella di Vercelli e nel 1014 si ritirò presso l’abbazia di Fruttaria, nel territorio di San Benigno Canavese, così sul finire dell’XI secolo Ivrea tornò sotto il dominio vescovile.

In ricordo del periodo nel centro storico troviamo la Torre di Santo Stefano, voluta da Papa Niccolò II per riaffermare il potere sulla città.

torre stanto stefano

L’antica torre romanica è l’unica parte sopravvissuta del complesso abbaziale di Santo Stefano, fondato dai benedettini nel 1041.

La chiesa dell’abbazia fu distrutta dai francesi nel 1558, poi il resto del monastero fu abbattuto nel 1757 per far posto ai giardini dell’allora palazzo del conte Baldassarre Perrone, oggi Palazzo Guisiana.

Nella seconda metà del XII secolo il Marchesato del Monferrato tentò di affermare il suo potere politico sul territorio istituendo il “comune di Ivrea e del Canavese”, tuttavia dovette soccombere sotto l’imperatore Federico II di Svevia che, nel 1238 pose Ivrea sotto il suo dominio.

In seguito Ivrea fu oggetto di disputa tra il vescovo della città, il Marchese del Monferrato e altri potentati tra cui i Savoia che, nel 1536 ne presero il dominio con Amedeo VI, detto il Conte Verde.

Verso la fine del XIV secolo Ivrea assistette alla rivolta contadina contro i nobili canavesani, senza essere interessata dai disordini poiché vigeva un equilibrio, seppur fragile tra comune, vescovo, Savoia, Acaia, Monferrato e Valperga.

La rivolta è conosciuta anche con il nome di tucchinaggio, che deriverebbe da “tue chien” (ammazza cani), il nome dei primi rivoltosi francesi che iniziarono la ribellione sanculotta uccidendo i cani dei signori locali.

Infatti all’epoca i cani dei signori locali erano intoccabili, anche se uccidevano animali domestici o arrecavano danni alle coltivazioni, così la loro uccisione diede inizio alla rivolta che, soffocata nel sangue in Savoia riapparve a sud delle Alpi in guerra sociale.

Invece il termine Tuchini nella tradizione piemontese è considerato una derivazione del motto “tucc un”, ovvero tutti uno, forse utilizzato dai ribelli dell’epoca e che caratterizza il battaglione Alpini “Ivrea”.

corso cavour ivrea

corso Cavour – licensed under CC BY-SA 4.0

Nel periodo tra il XV e il XVIII secolo Ivrea rimase alle dipendenze dei Savoia, a parte brevi periodi di occupazione spagnola e francese.

Il 26 maggio del 1800 Napoleone entrò a Ivrea e la città divenne capoluogo del Dipartimento della Dora, uno dei 5 in cui fu suddiviso il Piemonte, poi nel 1814, come il resto della regione, tornò sotto il controllo dei Savoia.

Nel 1859 la città divenne capoluogo del Circondario di Ivrea, poi soppresso nel 1926 quando il territorio fu assegnato al circondario di Torino.

Nel XX secolo Ivrea fu protagonista di un nuovo polo industriale, grazie alla fondazione della famosa fabbrica di macchine da scrivere Olivetti, precisamente il 29 ottobre 1908.

L’Olivetti è stata una delle più importanti aziende al mondo nel campo dell’elettronica, calcolo e macchine da scrivere.

Alcuni dei primati più significativi sono l’Elea 9003, uno dei primi calcolatori completamente a transitori, la Programma 101, uno dei primi desktop computer programmabili e la Divisumma 4, la prima calcolatrice elettromeccanica al mondo a svolgere tutte e quattro le operazioni e stampare il risultato.

Poi verso la fine degli anni ’90, con il declino della Olivetti l’economia di Ivrea subì un duro colpo.

Cosa visitare a Ivrea

Come detto prima, Ivrea è ricca di storia, arte e cultura, come il duomo, le numerose chiese, il castello, i palazzi e diversi musei.

Il duomo di Ivrea si trova nel centro storico, è in stile romanico, barocco e neoclassico ed è dedicato a Santa Maria Assunta.

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facciata del Duomo di Ivrea – licensed under CC BY-SA 3.0

Si ritiene che, dove oggi sorge la chiesa, già nel I secolo a.C. vi fosse un tempio con teatro sottostante, questo grazie al ritrovamento, durante l’Ottocento di resti romani nelle parti più antiche della struttura.

Il tempio fu trasformato in chiesa cristiana tra la fine del IV e l’inizio del V secolo, poi ampliata verso l’anno 1.000.

Dell’antica struttura romanica rimangono i due campanili, le colonne nel deambulatorio dietro l’abside e la cripta affrescata, dove si trova un antico sarcofago che, secondo la tradizione conserva le spoglie di San Basso, compatrono di Ivrea insieme a San Savino.

La cripta conserva diversi affreschi, il più antico è databile al XIII secolo e raffigura una Madonna col Bambino tra un santo vescovo e un santo monaco.

cripta duomo ivrea

cripta – licensed under CC BY-SA 3.0

La chiesa fu ricostruita nel XII secolo, a seguito del forte terremoto che colpì la pianura padana nel 1117, poi nel 1516 il vescovo Bonifacio Ferrero fece realizzare una nuova facciata che sostituì quella romanica e nel 1854 fu realizzata quella neoclassica su progetto dell’architetto Gaetano Bertolotti.

All’interno del Duomo, tra le diverse opere d’arte troviamo due importanti dipinti del pittore di Chivasso (TO) Defendente Ferrari, maestro del rinascimento piemontese.

defendente ferrari

interni – licensed under CC BY-SA 3.0

La prima tavola, datata 1521 raffigura un’Adorazione del Bambino con il beato Warmondo e donatore, la seconda un’Adorazione del Bambino con Santa Chiara e clarisse, proveniente dall’ex monastero di Santa Chiara a Ivrea.

La chiesa di San Gaudenzio, in stile barocco è stata costruita tra il 1716 e il 1724 dall’ingegnere Luigi Andrea Guibert, la facciata è suddivisa in tre piani e sul timpano compare lo stemma della città di Ivrea.

All’interno della chiesa è possibile ammirare diverse opere d’arte, oltre ai pregevoli affreschi su volte e pareti.

La chiesa di Santa Croce, edificata a partire dal 1623 e intitolata alla “Natività di Maria Assuntissima” conserva diverse opere d’arte come gli affreschi del pittore novarese Luca Valentino Rossetti.

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affresco nella chiesa di Santa Croce – licensed under CC BY-SA 4.0

La chiesa di San Bernardino del XV secolo, in stile rinascimentale, il cui presbiterio è ornato da affreschi mentre nelle due cappelle in corrispondenza agli archi laterali troviamo dipinti una Madonna col Bambino, Sante e Santi e una Crocifissione, risalenti attorno al 1470 e di autori ignoti.

Il grande tramesso interno affrescato con le Storie della vita e passione di Cristo è opera del pittore di Casale Monferrato Giovanni Martino Spanzotti, tra il 1485 e 1490 circa.

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Il Santuario di Monte Stella, a ridosso del centro abitato venne edificato nel 1627 e poi ampliato nel 1658, della struttura rimangono il campanile e una parete adiacente all’attuale chiesa.

Il Santuario è testimone della speciale devozione a Ivrea e in tutto il Canavese per la Madonna Nera di Oropa, in provincia di Biella e al suo interno è possibile ammirare l’elegante cupola riccamente affrescata.

Proseguendo oltre il Santuario, lungo il ciottolato che sale sulla collina si arriva alla cappella dei Tre Re, di architettura romanica e risalente al 1220.

Secondo la tradizione sarebbe stato San Francesco a suggerirne la costruzione per ottenere la protezione dalla grandine.

Recentemente da sotto l’intonaco è affiorato un affresco databile al 1480 circa, raffigurante un’Adorazione del Bambino con ai lati le figure di san Sebastiano a e san Rocco.

Il Castello di Ivrea fu edificato nel 1358 per volere di Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde e presenta 4 torri circolari ai suoi vertici.

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castello di Ivrea – licensed under CC BY-SA 4.0

La costruzione terminò intorno al 1395 impegnando un gran numero di persone, compreso maestranze qualificate proveniente da Milano, Vercelli e Ginevra.

Infatti si ritiene che alla costruzione del castello vi lavorassero oltre 1.000 persone al giorno, quando all’epoca Ivrea contava circa 3.500 abitanti.

Il Castello fu concepito come fortificazione difensiva, poi con l’introduzione della polvere da sparo si rilevò insufficiente a sostenere i colpi di artiglieria.

Nel 1676 un fulmine provocò l’esplosione del deposito munizioni nella torre maestra, causando diversi morti e la distruzione di alcune case.

Nel Settecento il castello di Ivrea fu adibito come carcere fino al 1970, oggi è di proprietà del comune che ha intensificato le attività di restauro per riaprirlo al pubblico.

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foto di Davide Papalini – licensed under CC BY-SA 3.0

La torre di Santo Stefano è l’antico campanile romanico del complesso abbaziale omonimo, fondato dai benedettini nel 1041.

La chiesa fu distrutta dall’esercito francese nel 1558 per potenziare le mura della città, mentre il resto del monastero venne abbattuto nel 1757 per fare posto all’attuale Palazzo Giusiana.

La Torre di Tallianti è l’antica torre medievale edificata insieme al palazzo omonimo tra il XII e il XIII secolo e sorge nel centro storico di Ivrea, vicino al Palazzo Giusiana.

La torre è anche conosciuta come Turris Alba, in latino torre bianca, definita così dall’architetto e archeologo portoghese Alfredo d’Andrade, lo stesso che prese parte alla realizzazione del Borgo Medievale di Torino.

Si ritiene che torre bianca derivi dall’intonacatura di calce che era presente sulla struttura, le cui tracce furono rivenute in alcuni punti delle facciate.

Edifici storici

Il palazzo di Città di Ivrea, oggi sede del Municipio è stato costruito tra il 1758 e il 1761 dove prima sorgeva l’ospedale De Burgo, poi dismesso verso il 1750.

Secondo alcuni l’incarico di edificare il palazzo fu affidato all’ingegnere e architetto Pietro Felice Bruschetti, secondo altri all’architetto e disegnatore cuneese Giovanni Battista Borra.

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Palazzo di Città – licensed under CC BY-SA 4.0

Il Palazzo si trova in piazza Ferruccio Nazionale, anticamente chiamata Piazza di Città e ancora oggi ricorrente nel linguaggio popolare.

Con la nascita di Vittorio Emanuele I la piazza venne intitolata al Re, in seguito fu dedicata al partigiano Ferruccio Nazionale, che qui fu impiccato nel 1944.

Il palazzo della Credenza, antico edificio gotico del XIV secolo nell’allora piazza del Mercato, sia sede che luogo di riunione dei Credendari, consiglieri comunali del medioevo.

Casa Ferrando in stile prettamente neogotico, risalente al 1925 per opera dell’ingegnere Amedeo Ferrando, all’epoca ispettore onorario dei monumenti.

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Casa Ferrando – licensed under CC BY-SA 4.0

Vila Casana, realizzata nei primi anni del XX secolo come residenza del marchese Edoardo Coardi di Carpenetto, tenente generale di cavalleria dell’esercito italiano.

Durante la seconda guerra mondiale villa Casana fu sequestrata dai tedeschi divenendo sede di uno dei loro comandi, poi venne acquistata dall’Olivetti nel 1952 e dal 1987 è sede dell’Archivio Storico della Fondazione Adriano Olivetti.

Villa Castiglia è immersa in un vasto parco di alberi secolari a poca distanza dalla città, dove c’era un forte eretto nel 1544 dallo spagnolo Cristoforo Morales, governatore di Ivrea.

Il forte venne distrutto da Napoleone Bonaparte nel febbraio 1801, in seguito al suo ingresso in città.

Ponte vecchio di Ivrea

Il ponte vecchio di Ivrea, il più antico della città venne presumibilmente realizzato in epoca romana, poiché durante numerosi scavi furono rinvenuti dei laterizi, a sostegno della sua presenza già nel I secolo a. C.

Nei secoli successivi il ponte conservò la sua funzione strategica, ovvero come passaggio obbligatorio per attraversare la Dora e entrare a Ivrea.

ponte vecchio ivrea

Il ponte fu distrutto dai francesi durante l’assedio di Torino del 1706, poi venne ricostruito dieci anni dopo da Vittorio Amedeo II di Savoia.

All’epoca il ponte essendo largo solo 4 metri non permetteva un transito agevole sia entrata che in uscita, questo in un periodo di forte ascesa economica, così nel 1830 fu allargato per volere di Re Carlo Felice.

Tuttavia i lavori si rivelarono insufficienti, così nel 1860 fu inaugurato il ponte Nuovo di Ivrea, a poca distanza da quello vecchio.

L’anfiteatro di Ivrea risale alle metà del I secolo a.C. e si ritiene potesse ospitare più di 10.000 persone.

La presenza dell’anfiteatro era nota dai primi anni del Novecento, poi i resti furono scavati sistematicamente tra il 1955 e il 1964 portando alla luce strutture murarie, vasellame, monete e resti di decorazioni.

Inoltre è ancora presente un cunicolo che permetteva il passaggio diretto di gladiatori e belve dagli spalti fino al centro della cavea.

Musei

Il Museo Civico P.A. Garda conserva reperti archeologici, etnografici, la preziosa collezione di lacche giapponesi e altri oggetti d’arte orientali donati alla città di Ivrea nel 1874 da Pietro Alessandro Garda, Deputato del Regno di Sardegna.

museo olivetti

Il MAAM, museo a cielo aperto dell’architettura moderna, inaugurato nel 2001 ha lo scopo di valorizzare il “lascito culturale” della Olivetti che, fin dagli anni ‘50 si distinse per progetti all’avanguardia sia nel campo dell’architettura che dell’urbanistica industriale e civile.

Il Laboratorio Museo Tecnologic@mente, gestito dalla Fondazione Natale Capellaro illustra le storie delle tecnologie che hanno permesso a Ivrea di scalare la leadership mondiale in settori come elettronica e meccanica.

Natale Capellaro, nato a Ivrea nel dicembre 1902 è stato un ingegnere e progettista di macchine da calcolo meccaniche.

Fu assunto dalla Olivetti nel 1906 come apprendista operaio, poi divenne progettista delle macchine da calcolo meccaniche che, a metà del 1900 contribuirono al successo dell’Olivetti a livello mondiale.

Ivrea città industriale del XX secolo è il nome con cui la città piemontese è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità UNESCO.

La città industriale di Ivrea fu realizzata tra gli anni ‘30 e ‘60 da Adriano Olivetti, figlio di Camillo Olivetti, grazie ai migliori architetti e urbanisti dell’epoca.

Il sito è composto da un insieme urbano di 27 edifici e complessi architettonici, rimasti immutati per struttura, forma e materiali, conservandone così originalità e autenticità.

Ivrea è anche famosa per il suo storico carnevale, conosciuto in tutto il mondo per la celebre battaglia delle arance.

Il Carnevale di Ivrea, oltre ad avere origini antiche ha una storia estremamente affascinante, alla quale dedicheremo un articolo.

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