Juventus: storia, simboli, inno e colori della vecchia signora

La Juventus Football club è una delle due squadre di Torino ed il nome viene dal latino che significa gioventù.

La Juventus nasce a Torino nel 1897 con il nome di Sport-Club Juventus grazie a degli studenti del liceo classico Massimo d’Azeglio, poi nel 1900 diventa il Foot-Ball Club Juventus e si iscrive al campionato di calcio italiano.

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L’allora presidente era lo svizzero Alfred Dick che dopo diversi diverbi con lo spogliatoio lasciò la Juventus insieme ad alcuni soci per unirsi alla Torinese, dando vita alla squadra del Torino.

La scissione portò la Juventus verso una serie di problemi finanziari che nel 1913 la condussero a pochi passi dalla retrocessione.

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La situazione migliorò dopo la prima guerra mondiale con i presidenti Corrado Corradini e Giuseppe Hess, migliorando le sue performance in campionando e donando i primi giocatori alla nazionale di calcio italiana.

Edoardo Agnelli divenne presidente nel 1923 e con l’allenatore ungherese Jenő Károly la squadra bianconera vinse il suo secondo scudetto nella stagione 1925-26, vivendo un ciclo vincente di circa 5 anni, con 5 scudetti consecutivi 4 dei quali con l’allenatore Carlo Carcano.

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Edoardo Agnelli

Il cosiddetto quinquennio d’oro ebbe termine con la morte prematura del presidente Edoardo Agnelli nel 1935.

La Juventus visse un altro periodo d’oro sotto la presidenza di Giovanni Agnelli, poi seguito dal fratello Umberto ed in quel periodo arrivarono i giocatori Giampiero Boniperti, Omar Sivori (Argentina) e John Charles (Galles), che insieme formavano il cosiddetto Trio Magico.

Nel 1958 la Juventus vinse il suo decimo scudetto ottenendo il diritto di esporre la stella sulla maglia e tre anni più tardi, nel 1961, Omar Sivori fu il primo calciatore della serie A vincere il Pallone d’oro.

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Nel 1971 Giampiero Boniperti divenne presidente portando la Juventus a vincere lo scudetto la stessa stagione, poi nel corso dei successivi 15 anni la squadra bianconera vinse 9 scudetti, 2 Coppe Italia e diverse vittorie internazionali, sotto la guida degli allenatori Vycpálek, Parola e Trapattoni.

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Nel corso di questi 15 anni la Juventus fu la prima squadra di calcio a vincere tutte le competizioni della UEFA ed in seguito la prima squadra al mondo a vincere tutte le competizioni ufficiali per club.

La prima competizione internazionale vinta dalla Juventus fu la Coppa UEFA contro gli spagnoli dell’Athletic Bilbao, poi la Coppa dei Campioni il 29 Maggio del 1985, nella tristemente famosa finale allo stadio Heysel contro il Liverpool.

Seguirono 9 anni nei quali la squadra bianconera non conseguì risultati a livello nazionale, a parte una coppa Italia nel 1990 e due coppe UEFA nel 1990 e 1993.

Con l’arrivo del tecnico Marcello Lippi nel 1994 ebbe inizio un nuovo ciclo vincente con 5 scudetti, una Coppa Italia, la Champions League del 1996 contro i campioni uscenti dell’Ajax, quattro Supercoppe di Lega, una Supercoppa UEFA, una Coppa Intercontinentale.

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Champions League del 1995 – 1996

In seguito arrivò l’allenatore Fabio Capello ma i successi ottenuti furono annullati dopo il caso di Calciopoli, quando nell’estate del 2006 la giustizia sportiva revocò alla squadra bianconera lo scudetto del 2005, declassandola all’ultimo posto e relegandola al campionato cadetto per la prima volta nella sua storia.

L’anno successivo la Juventus vinse il campionato di serie B e fu promossa nella serie maggiore.

Nel 2010 Andrea Agnelli assunse la presidenza della Juventus e sotto la guida di Antonio Conte prima e Massimiliano Allegri dopo, vinse otto scudetti consecutivi, record nel calcio italiano.

Negli stessi anni la squadra bianconera vinse quattro double consecutivi (campionato e coppa Italia) e quattro supercoppe di lega.

Tragedia dell’Heysel

La tristemente famosa strage dell’Heysel avvenne il 29 maggio del 1985 a Bruxelles, dove allo stadio Heysel si incontravano Juventus e Liverpool per disputare la finale della Coppa dei Campioni.

Il 28 maggio del 1985 morirono 39 persone ed oltre 600 rimasero ferite.

I tifosi italiani erano stati assegnati alla curva opposta (settori O,N e M) rispetto a quella destinata ai tifosi inglesi (settori X e Y), mentre altri tifosi non organizzati (italiani e non) erano in una parte del settore (Z) adiacente ai tifosi inglesi.

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L’unica separazione fra gli hooligans inglesi ed i tifosi non organizzati erano due basse reti metalliche.

Nel settore degli inglesi c’erano i temuti tifosi del Liverpool ed alcuni tifosi del Chelsea, gli Headhunters, ovvero “cacciatori di teste”, famosi per le loro azioni violente.

Un’ora prima della partita alcuni dei tifosi inglesi più esagitati, gli hooligans, si spinsero verso il settore dei tifosi non organizzati (Z) sfondando le reti divisorie, caricando i tifosi (in realtà semplici spettatori) e cercando lo scontro.

Gli inglesi memori degli incidenti avvenuti nella finale di Roma l’anno precedente si aspettavano una reazione da parte dei tifosi italiani, reazione che non avvenne perché in quel settore (Z) non si trovavano gli ultras italiani ma semplici spettatori.

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Le forze dell’ordine belghe si dimostrarono assolutamente impreparate, infatti ingenuamente ostacolarono la fuga degli spettatori verso il campo di gioco anche con l’uso del manganello.

Gli spettatori impauriti del settore Z si ammassarono contro il muro opposto al settore occupato dai tifosi del Liverpool, si venne a creare una grande ressa dove alcune persone si lanciarono di sotto per evitare di restare schiacciate, altre tentarono di scavalcare, altre ancora restarono sulle recinzioni.

Il muro cedette sotto la pressione della folla ammassata su di esso, alcune persone rimasero schiacciate, altre calpestate dalla folla o travolte nella fuga verso il campo di gioco, l’unico varco aperto che per le persone impaurite rappresentava la via d’uscita.

I capitani delle due squadre e gli speaker invitarono alla calma senza tuttavia realizzare ancora cosa stava accadendo, mentre i tifosi juventini nella curva opposta a quelli del Liverpool (settori O,N e M) iniziavano a comprendere che qualcosa di tragico stava accadendo.

Dopo oltre mezz’ora arrivò un reparto mobile della polizia belga che si trovava ad un Km di distanza dallo stadio trovando gli spalti ed il campo nel caos più totale, con frange di tifosi bianconeri inferociti.

Coloro che erano scampati alla tragedia chiesero ai giornalisti di telefonare in Italia per poter rassicurare i familiari.

Allo stadio Heysel la sera del 29 maggio 1985, si contarono 39 morti ed oltre 600 feriti.

Per evitare ulteriori incidenti la UEFA e le autorità belghe decisero di giocare lo stesso la partita, che iniziò con un’ora e mezza di ritardo, nonostante la società della Juventus avesse chiesto di non disputare l’incontro.

In Svizzera la diretta dell’incontro venne sospesa alla fine del primo tempo, in Germania Ovest venne interrotto il collegamento, in Austria la ORF sospese la telecronaca mandando in sovrimpressione il messaggio scritto: questa che andiamo a trasmettere non è una manifestazione sportiva, ma una trasmissione volta a evitare massacri.

Nelle altre nazioni la diretta andò avanti fino alla fine.

In Italia sull’emittente Rai 2 il video venne oscurato e Bruno Pizzul commentò per oltre un’ora cosa stava accadendo.

Quando la UEFA e le autorità belghe decisero di giocare la partita, Bruno Pizzul promise di commentare l’incontro con il tono più neutrale possibile.

La Juventus vinse per 1-0, con un goal di Michel Platini.

Diversi giocatori della Juventus, fra cui Michel Platini, furono duramente criticati per le esultanze dichiarate eccessive visto il contesto tragico nel quale era stata giocata la partita.

Il giorno dopo la tragedia fu lo stesso Michel Platini a dire che, di fronte a ciò che era accaduto i festeggiamenti passavano in secondo piano, lo stesso affermò Giampiero Boniperti.

Dieci anni dopo, nel 1995, il calciatore polacco della Juventus Zbigniew Boniek chiese pubblicamente scusa per i festeggiamenti, dichiarando inoltre che non avrebbe voluto giocare quella finale, rifiutandosi di ritirare il premio partita.

Divisa e colori

La prima divisa della Juventus era composta da una camicia rosa con cravatta (o farfallino) e pantaloncini neri, poi si decise di cambiarla perché a causa dei frequenti lavaggi il rosa scoloriva facilmente.

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Sport-Club Juventus – 1897 – 1898

Vennero adottati gli stessi colori della squadra inglese Notts County, di Nottingham, su consiglio di Savage, anch’egli inglese e membro della società bianconera.

Dalla data della sua fondazione fino ad oggi la prima divisa della Juventus è cambiata 74 volte.

Simboli ufficiali

Il simbolo della Juventus è la zebra rampante ed è rimasto sostanzialmente invariato sin dalla nascita della società calcistica.

Solo nel 2017 la Juventus ha adottato uno stemma diverso, allontanandosi dallo stile araldico del calcio europeo, con il nuovo logo raffigurato da una J composta da strisce verticali, che con le sue curve ricorda le forme dello scudetto.

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Inni della Juventus

Gli inni della Juventus sono in tutto 5.

Il primo inno è stato scritto da Corrado Corradino (poeta) nel 1915.

Nel 1972 esce l’inno Juve, Juve, poi nel 1991 il professore Natalio Capranico scrisse l’inno Semper Juventus (Sempre Juventus) pubblicato da Edizioni musicali Eraora.

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Sandro Ciotti

Nel 1997 arriva l’inno Grande Juve, bella signora, pubblicato dalla casa discografica Fonit Cetra e nel 2005 l’inno della Juventus diventa Juve (storia di un grande amore), scritto da Claudio Guidetti e Alessandra Torre, poi riarrangiato dal musicista Paolo Belli.

Stadi

I primi campi da gioco utilizzati dalla Juventus furono quelli del Parco del Valentino, il Giardino della Cittedella e poi Piazza d’Armi, che all’epoca era fra corso Duca degli Abruzzi e corso Galileo Ferraris.

Dal 1909 al 1922 ha giocato presso lo stadio di Corso Sebastopoli, poi nel 1933 al Campo Juventus, meglio noto come stadio di Corso Marsiglia dove vinse 4 campionati dei quali 3 consecutivi.

Dal 1933 al 1990 la Juventus ha giocato allo stadio Comunale di Torino, situato nella zona di Santa Rita, nato con il nome di Municipale “Benito Mussolini” e realizzato per ospitare i campionati mondiali del 1934.

Lo stadio venne poi rinominato Comunale dopo la seconda guerra mondiale ed infine Comunale “Vittorio Pozzo”.

Nel 1990 la Juventus utilizza lo stadio delle Alpi, in zona Vallette, realizzato per ospitare le partite dei mondiali di calcio del 1990, in seguito nel 2008 la società bianconera inizia la costruzione del suo stadio sulla stessa area del delle Alpi che viene demolito.

Dal 2011 gioca le sue partite interne allo Juventus Stadium, poi rinominato Allianz Stadium, il primo stadio in Italia di proprietà di una società calcistica.

Allianz Stadium

Stadio della Juventus – licensed under CC BY 3.0

Tifosi della Juventus nel mondo

La Juventus è la squadra più blasonata d’Italia, i tifosi italiani sono stimati fra i 12 ed i 14 milioni.

Secondo i dati dell’agenzia di indagini Nielsen Sports, la Juventus vanta 41 milioni di sostenitori in Europa e 423 milioni nel mondo, soprattutto nelle nazioni a forte emigrazione italiana.

Sito ufficiale della Juventus

La Juventus nel sociale

La società bianconera è particolarmente attiva nel sociale, qui riportiamo alcune iniziative.

Fatti e Progetti per i Giovani, per il miglioramento della vita e l’istruzione dei giovani extracomunitari.

Crescere insieme al Sant’Anna, con l’ospedale Regina Margherita di Torino per la ristrutturazione del reparto di neonatologia del Sant’Anna.

Sostiene la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.

Il centro di accoglienza Edoardo Agnelli, che in collaborazione con l’Associazione Gruppi di Volontariato Vincenziano accoglie madri che vivono condizioni disagiate.

Dal 2000 il progetto Un sogno per il Gaslini, lo scopo è dotare l’istituto Giannina Gaslini di Genova di un’area di studio e svago per i bambini degenti.

Gioca con me ed un calcio al razzismo, per favorire l’integrazione fra le diverse culture.

Dal 2017 la Juventus partecipa al campionato di calcio a 7 con il progetto Juventus for Special, promosso dal Centro Sportivo Italiano (CSI) e dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), riservato a persone con disabilità cognitivo-relazionali.

Porta avanti il progetto Juventus University, ovvero la prima università calcistica al mondo e International, che gestisce delle scuole di calcio in 18 nazioni del mondo.

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