Lanzo: arte, storia e ponte del diavolo

Lanzo è un comune in provincia di Torino, nella valle omonima ed è famoso per l’affascinante Ponte del Diavolo.

Come vediamo a breve Lanzo ha una storia molto antica, infatti custodisce numerosi luoghi di interesse storico, artistico e culturale.

L’origine del nome Lanzo è oggetto di diverse teorie, secondo alcuni deriva dal tedesco lands freies, ovvero terre libere, secondo altri da Lanzman, un antico saluto dei soldati tedeschi che significava paese

Secondo altri l’origine del nome sta nel latino lanceum, poiché deriverebbe dalla forma a lancia del borgo piemontese.

lanzo torinese ponte del diavolo

Storia di Lanzo

Già in epoca romana diversi coloni, attratti dai pascoli costruirono delle case nelle valli di Lanzo dando vita ad attività di natura pastorizia e probabilmente, sfruttando anche alcuni giacimenti di rame e ferro.

Il nome Lanzo compare in un atto del 9 luglio 1029, con cui il vescovo di Asti dota al monastero di San Giusto di Susa diversi beni tra cui alcuni terreni della vicina zona di Mathi.

Poi nel 1159 l’imperatore Federico Barbarossa confermò al vescovo di Torino, Carlo I alcune terre già in possesso della diocesi torinese, tra cui la Curtis del Lancia, ovvero Corte di Lanzo.

Il primo signore di Lanzo di cui si ha memoria scritta è un tale Robaldo, poi nel 1218 i suoi successori ottennero il permesso di tenervi il mercato settimanale in cambio di un terzo dei proventi.

Il mercato si teneva il martedì presso l’antica Contrada del Borgo, attuale via San Giovanni Bosco, punto di incontro per le popolazioni di locali, di Susa e del Canavese.

Il 7 novembre 1246 l’imperatore Federico II di Svevia concesse a Tommaso II di Savoia diverse zone del Piemonte, tra cui Lanzo, con il permesso di edificarvi torri e castelli.

Poi Tommaso II ne fece dono al fratello Amedeo IV e, sotto il governo della figlia Margherita di Savoia Lanzo divenne una castellania, godendo di diversi privilegi come l’esonero dei suoi abitanti di partecipare alle guerre al di là dei monti.

centro storico lanzo

centro di Lanzo – licensed under CC BY-SA 3.0

Alla morte di Margherita di Savoia, non essendoci eredi maschi Lanzo passò a Teodoro I del Monferrato che lo trasmise alla figlia Violante, moglie di Aimone di Savoia detto il Pacifico.

Poi passò a Casa Savoia con Amedeo VI, detto il conte Verde, che nel 1377 fece erigere il famoso Ponte del Diavolo, permettendo una rapida via verso Torino evitando le terre del canavese, all’epoca non più sotto il diretto controllo dei Savoia.

Nella prima metà del Cinquecento furono combattute le guerre franco-spagnole e Carlo III di Savoia, carico di debiti, fu costretto alla fuga a Vercelli.

Per la sua liberazione i lanzesi dovettero pagare alla casata dei Medici di Firenze 4.000 scudi d’oro.

Il 28 novembre 1551 il castello di Lanzo, all’epoca uno dei più importanti del Piemonte fu espugnato dai francesi e infine distrutto dal nobile e militare transalpino Carlo I di Cossé, conte di Brissac.

Oggi dell’antica costruzione rimane la porta di accesso al borgo, conosciuta come la torre civica Aymone di Challant.

torre challant

Lanzo tornò ai Savoia dopo la pace di Cateau-Cambrésis del 1559 e re Emanuele Filiberto, detto testa di ferro affidò la castellania ai Piovana, una delle più antiche famiglie feudali del Piemonte.

Nel 1577 il re affidò la castellania alla figlia legittimata Maria di Savoia, sposa di Filippo I d’Este, 1º Marchese di San Martino in Rio, così Lanzo venne eretto a Marchesato.

Tuttavia il governo degli Este fu disastroso, tanto che Lanzo perse diversi privilegi sui paesi circostanti, come il dazio per passare sul Ponte del Diavolo, all’epoca l’unica strada sicura che collegava le valli lanzesi a Torino.

Dopo l’assedio di Torino del 1706, Vittorio Amedeo II per pagare i debiti del ducato dichiarò nulle le concessioni di cui ancora godevano i lanzesi, esautorò gli Estensi dal loro feudo e vendette le terre al miglior offerente.

Il 1° Luglio 1725 il marchesato di Lanzo fu venduto al conte Giuseppe Ottavio Cacherano Osasco della Rocca, poi alla sua morte il feudo passò al nipote e nel 1792, in mancanza di altri eredi tornò alla Curia Regia.

Nel 1798, a seguito della rivoluzione francese Carlo Emanuele IV si rifugiò in Sardegna e Lanzo fu occupato prima dai francesi, poi dagli austriaci e infine dai russi del generale Aleksandr Vasil’evič Suvorov.

Poi dopo la battaglia di Marengo del 14 giugno 1800, tra gli austriaci e l’Armata di riserva guidata da Napoleone, Lanzo tornò ai francesi.

Con la Restaurazione e il ritorno dei Savoia, nella seconda metà dell’Ottocento Lanzo divenne meta di villeggiatura per molti torinesi, anche grazie all’arrivo della ferrovia.

lanzo torinese

centro storico via San Giovanni Bosco – licensed under CC BY-SA 4.0

Nello stesso periodo Lanzo ospitò due dei santi sociali più importanti, ovvero San Giuseppe Cottolengo e Don Bosco che, sui resti del vecchio monastero benedettino oltre a fondare il primo ortatorio per ragazzi fuori Torino avviò diversi corsi professionali.

Per ciò che concerne la storia recente, durante la seconda guerra mondiale Lanzo e le sue valli furono teatro di violentissime battaglie.

La più conosciuta è la battaglia di Lanzo.

Ad inizio giugno 1944, in concomitanza con l’entrata degli americani a Roma, vi fu una forte offensiva partigiana contro i presidi nazifascisti delle Valli di Lanzo.

Il 26 giugno i partigiani attaccarono Lanzo Torinese e, dopo una violenta battaglia i nazifascisti abbandonarono la zona.

La reazione non si fece attendere; 25.000 uomini guidati da Alessandro Pavolini, segretario del Partito Fascista Repubblichino tentarono di riprendersi l’area, tuttavia furono bloccati dai partigiani.

Il 1° settembre 1944 i nazifascisti attaccarono il Canavese con un massiccio dispiegamento di uomini e mezzi.

L’offensiva si spostò nelle Valli di Lanzo e solo il 18 settembre, dopo oltre 15 giorni di battaglia, i partigiani dovettero abbandonare la zona.

Cosa visitare a Lanzo

Come vediamo a breve, vi sono diversi siti di interesse storico, artistico e culturale.

La chiesa di Santa Croce è l’edificio religioso più antico di Lanzo e al suo interno è possibile ammirare opere d’arte di diversi artisti.

chiesa di santa croce lanzo

chiesa di Santa Croce – licensed under CC BY-SA 4.0

La chiesa, risalente al 1200 fu dedicata ai santi apostoli Filippo e Giacomo ed era sede della Confraternita dei Disciplinati di Santa Croce, che assisteva gli infermi.

Nel 1353 fu costruito un ospedale per i pellegrini che seguivano l’itinerario lanzese per poi raggiungere Santiago del Compostela, poiché all’epoca la vicina chiesa di San Giacomo di Gisola, a Pessinetto fungeva come punto di riferimento religioso.

Poi l’attività ospedaliera cessò nel 1660, così la chiesa di Santa Corce fu abbellita sia con campanile che facciata.

La chiesa di Santa Maria del Borgo, da sempre dedicata alla Madonna e la chiesa parrocchiale di San Pietro In Vincoli, quest’ultima ricca di dipinti e opere d’arte.

La chiesa di San Pietro In Vincoli sorge dove prima c’era una cappella dell’XI secolo, poi demolita per far si che il castello fosse più isolato e quindi, meglio difendibile.

L’interno è ricco di opere d’arte, tra cui la tela seicentesca Resurrezione, la pala dell’altare maggiore Liberazione di san Pietro dal carcere e San Francesco che riceve le stimmate del pittore veneziano Carlo Saraceni.

chiesa san pietro in vincoli

chiesa di San Pietro in Vincoli – licensed under CC BY-SA 4.0

L’eremo di Lanzo, realizzato a partire dal 1661 dall’architetto Francesco Lanfranchi, fu uno degli edifici a vocazione ospedaliera delle Valli lanzesi.

Grazie alla sua maestosità l’eremo fu incluso nel Theatrum Statuum Sabaudiae, ovvero l’opera in cui erano raffigurati gli edifici più importanti di Casa Savoia, stampata ad Amsterdam nel 1862 dall’editore e cartografo Joan Blaeu.

Nel 1918 l’eremo di Lanzo fu convertito in sanatorio dalla Croce Rossa italiana, prima per i reduci di guerra, poi per curare la tubercolosi femminile.

Nel 1995 fu convertito in RSA, poi venne definitivamente chiuso nel 2013.

Dell’antica costruzione originaria restano la chiesa, i ruderi di un’antica cella monacale e il muro perimetrale.

eremo lanzo

esterno dell’Eremo di Lanzo – licensed under CC BY-SA 4.0

Il santuario di Loreto fu eretto nel 1618 prendendo come modello la Santa Casa di Loreto, nelle Marche.

La prima pietra del santuario fu posata da Margherita di Savoia, che donò anche una statua in legno della Madonna Nera.

La costruzione medievale accanto al santuario era l’abitazione degli eremiti che custodivano la chiesa, l’ultimo fu in lanzese Vallino nella seconda metà dell’Ottocento.

Torre civica di Lanzo

La torre Aymone di Challant, conosciuta come Torre Civica è l’ultimo pezzo integro dell’antica cinta muraria e ha un’altezza di 20.50 metri.

torre civica lanzo

La torre prende il nome dal suo costruttore, ovvero il nobile valdostano e castellano di Lanzo Aimone di Challant e sulla facciata riportava gli stemmi dei Savoia e degli Estensi, signori della città.

Dietro la torre, in quella che probabilmente era la casa delle guardie si trova la biblioteca civica “A. Cavallari Murat” che, oltre a conservare circa 300.000 volumi è sede della Società Storica delle Valli di Lanzo.

Ponte del Diavolo

Il Ponte del Diavolo, edificato nel 1378 è lungo 65 metri, alto 16 e largo 3.60 ed è considerato uno dei ponti più belli e affascinanti d’Italia.

ponte del diavolo

All’epoca il Ponte del Diavolo collegava Lanzo con Torino, evitando così Mathi, Villanova e Balangero poiché sotto il controllo dei marchesi del Monferrato, ostili ai Savoia.

La spesa per la costruzione del ponte, di 1.400 fiorini fu interamente a carico della Castellania di Lanzo che, per sostenerla, impose per 10 anni una tassa sul vino.

Il 15 luglio 1564 sul Ponte del Diavolo fu installata una porta per evitate che i forestieri portassero la peste, poiché all’epoca si era diffusa ad Avigliana e zone limitrofe.

Il nome del ponte deriva dalla leggenda popolare secondo cui fu il diavolo in persona a costruirlo, poiché ambedue i ponti precedenti crollarono.

ponte del diavolo piemonte

Raffaele Sergi – licensed under CC BY 2.0

Il cambio il diavolo pretese l’anima del primo che attraversasse il ponte, così i lanzesi vi fecero passare un cagnolino.

Il diavolo adirato per l’inganno batté violentemente le zampe sulle rocce circostanti, dando forma alle caratteristiche Marmitte dei Giganti.

Marmitte dei Giganti

Le Marmitte dei Giganti di Lanzo sono fenomeni di erosione prodotti dall’azione vorticosa delle acque del fiume sulle rocce e furono studiate per la prima volta nel 1882 dal professore Francesco Virgilio, presso l’Università di Torino.

Le Marmitte dei Giganti si trovano in corrispondenza del Ponte del Diavolo e se ne contano 21 disposte su 18 metri di dislivello, la più grande è immersa nell’acqua, mentre le più piccole sono sopra il livello del fiume.

marmitte dei giganti

marmitte dei giganti – licensed under CC BY-SA 4.0

Anche le Marmitte dei Giganti sono oggetto di leggenda popolare, poiché sarebbero le pentole con cui il Diavolo cucinò la minestra per i suoi aiutanti durante la costruzione del ponte.

Riserva Naturale Ponte del Diavolo

La Riserva Naturale Ponte del Diavolo, istituita nel 1977 si estende su un’area di circa 30 ettari.

L’area, affidata all’Ente di gestione del Parco regionale La Mandria e dei Parchi e Riserve Naturali delle Valli, dal 1993 è parte della zona di salvaguardia della Stura di Lanzo.

La Riserva ha come finalità la salvaguardia geologica, architettonica e culturale dell’area, valorizzandone le caratteristiche naturali e storiche anche a fini didattici, ricreativi e culturali.

Musei

La località ospita diversi musei, come quello mineralogico, dell’utensileria Silmax e l’Ecomuseo storico dell’alpinismo delle Valli di Lanzo.

Il Museo etnografico dell’arte tessile si trova presso il Seicentesco Palazzo degli Estensi e, oltre a conservare il ricordo delle attività manuali secondo tradizione lanzese, ne favorisce la riscoperta illustrando le diverse fasi di lavorazione.

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Lanzo nel 1897, via Vittorio Emanuele II – licensed under CC BY 3.0 IT

Il Centro di documentazione di storia contemporanea e della resistenza “Nicola Grosa”, che conserva pubblicazioni e documenti storici contemporanei.

Il centro, nato nel 1975 è intitolato al partigiano torinese Nicola Grosa, figura di spicco della resistenza nelle Valli di Lanzo.

Il Nicola Grosa è parte del progetto “La Memoria delle Alpi”, una rete transfrontaliera di centri di documentazione del territorio alpino occidentale durante la seconda guerra mondiale.

Per chi ama la natura Lanzo offre diverse escursioni, come il sentiero che porta al monte Basso, a 1355 metri di altezza e quello che conduce al Santuario di sant’Ignazio, a 910 metri.

Lanzo è raggiungibile anche attraverso una pista ciclabile passando per Caselle e Borgaro, poi raggiunta Ciriè si divide in due piste potendo scegliere se passare per Grosso oppure Villanova Canavese.

Il Grissino di Lanzo

Secondo la tradizione nel 1679 il medico lanzese Teobaldo Pecchio, aiutato dal panettiere Antonio Brunero inventò il grissino.

targa grissino lanzo

targa grissino di Lanzo – licensed under CC BY-SA 3.0

Il medico per curare l’inappetenza del giovane Vittorio Amedeo II, avrebbe fatto cuocere al panettiere Brunero un pane molto sottile, croccate e facile da digerire, facendo così nascere il grissino.

A Lanzo, all’esterno della casa del medico Teobaldo Pecchio vi è una targa commemorativa.

Per ciò che concerne la cucina locale è molto famosa sia la Toma di Lanzo, prodotta nei pascoli e negli alpeggi delle Valli che i rinomati Torcetti, ambedue inseriti nel Paniere dei Prodotti Tipici della Provincia di Torino.

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