Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso di Torino

Il Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso di Torino è stato fondato nel 1876 dallo stesso Cesare Lombroso, medico ed antropologo Veronese.

L’inaugurazione ufficiale dell’allora Museo di Psichiatria e Antropologia criminale ci celebrò nel 1898, partendo proprio dalla collezione privata che il medico aveva raccolto nel corso della sua vita professionale.

museo di antropologia criminale Cesare Lombroso

Cesare Lombroso – licensed under CC BY 4.0

Lo stesso Lombroso scrisse di come nell’esercito soleva misurare i crani dei soldati conservando accuratamente i crani ed i cervelli dei cadaveri.

La collezione scientifica crebbe man mano che Lombroso, insieme ai suoi colleghi di Torino e Pavia, parteciparono agli spogli dei vecchi sepolcreti del Piemonte, Sardegna, Lucca e Valtellina, inoltre cercò di incrementare la sua raccolta con crani di criminali o malati di mente deceduti nelle carceri o nei manicomi.

La collezione venne resa accessibile al pubblico nel 1884 durante la mostra di antropologia di Torino, poi nel 1892 la facoltà di medicina dell’Università sabauda istituì un museo dedicato alla psichiatria ed alla criminologia.

Nel regno d’Italia vi era già un interesse per reperti e materiali legati alla pazzia ed al crimine, come la raccolta di reperti anatomici creata nel 1894 a Napoli da Pasquale Penta, medico, criminologo e primo titolare di una cattedra di antropologia criminale in Italia.

Nel 1885 a Roma, durante il primo congresso internazionale di antropologia criminale, l’antropologo italiano Giuseppe Sergi propose la creazione di un museo nazionale di antropologia criminale.

cesare lombroso

La donna delinquente – Cesare Lombroso, 1915

Nel 1889 venne approvato il nuovo codice penale, conosciuto anche come Codice Zanardelli (Giuseppe Zanardelli era l’allora ministro di Grazia e Giustizia), dando la possibilità di prelevare delle parti anatomiche dai cadaveri di detenuti per scopi di ricerca scientifica.

La collezione di Lombroso venne trasferita nel palazzo degli studi anatomici nel 1896 e nel maggio di 10 anni dopo venne aperta al pubblico, sotto la direzione del medico Mario Carrara, genero di Cesare Lombroso.

La collezione incrementò notevolmente anche grazie alla circolare del 1909 dell’allora Ministro di Grazia e Giustizia Vittorio Emanuele Orlando, ordinando che tutti i corpi del reato conservati nelle varie cancellerie e destinati alla distruzione fossero trasferiti presso il museo di Torino.

La direzione del museo passò a Mario Carrara nel 1909, lo stesso anno della morte di Cesare Lombroso, il quale secondo le sue ultime volontà, donò il suo corpo alla scienza.

Arriviamo al 1932, quando Mario Carrara dopo essersi rifiutato di giurare fedeltà al fascismo venne espulso dall’università e privato sia della cattedra che della direzione del museo, inoltre la struttura venne chiusa poiché le teorie positiviste non erano in linea con il diritto penale sul concetto di razza.

antropologia criminale

Criminal Man – According to the classification of Cesare Lombroso del 1911

Nel 1947 la collezione del museo venne trasferita presso l’istituto di medicina legale di Torino e per mancanza di fondi rimase in stato di abbandono per quasi 40 anni.

Nel 1985 presso la Mole Antonelliana di Torino venne allestita la mostra La scienza e la colpa. Crimini criminali criminologi: un volto dell’Ottocento.

La mostra fu un successo totalizzando circa 120.000 visitatori e riportando il museo lombrosiano sotto i riflettori.

In seguito diversi intellettuali e studiosi firmarono un appello rivolto agli amministratori del Piemonte ed all’Università di Torino per la salvaguardia del museo.

Da qui nacque l’idea di riallestire nuovamente il museo che nel 2009 trovò come sede il Palazzo degli Istituti Anatomici di Torino.

Esposizione del Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso

Attualmente il museo raggruppa la collezione di Cesare Lombroso, nella quale vi sono preparati anatomici, corpi del reato, fotografie, disegni e oggetti realizzati da prigionieri detenuti nelle carceri o nei manicomi criminali.

Nel museo sono custoditi lo scheletro di Cesare Lombroso, il suo volto conservato sotto formalina (quest’ultimo non è esposto), 684 crani, 183 cervelli umani (non esposti al pubblico), 27 resti di scheletri umani, 502 corpi del reato, 475 disegni e 175 manufatti realizzati da persone alienate, 42 ferri di contenzione e migliaia di foto di criminali, prostitute e folli, oltre che abiti di briganti.

museo di antropologia criminale Cesare Lombroso

Foto di régine debatty – licensed under CC BY-SA 2.0

Il percorso si articola in 9 sale che guidano il visitatore in ordine cronologico nelle ricerche e negli studi di Cesare Lombroso.

Nella prima sala vi è un video introduttivo, dove rievocando il contesto sociale e storico dell’epoca, due personaggi inventati discutono di scienza.

Nella seconda sala vi sono alcuni strumenti che Cesare Lombroso adoperò per le sue rilevazioni morfologiche, mentre nella terza sala si trova lo scheletro dello scienziato conservato in una teca.

Qui oltre ad una parte della collezione di Lombroso, attraverso alcuni monitor si possono vedere alcune raccolte fotografiche e disegni.

La quarta sala è dedicata alla teoria dell’atavismo e di come essa non abbia fondamento scientifico.

Nella quinta e sesta sala sono esposti diversi manufatti realizzati da detenuti e da persone con disturbi mentali.

Nella settima sala si trova un plastico del carcere di Filadelfia, che riporta il progetto del Panopticon ipotizzato dal giurista inglese Jeremy Bentham.

panopticon, criminologia

Panopticon – licensed under CC BY-SA 4.0

Il concetto alla base di tale progettazione era di permettere ad un solo sorvegliante di osservare tutti i soggetti all’interno del carcere, senza che questi ultimi potessero sapere se erano sotto osservazione o meno.

Il nome Panopticon si riferisce anche al gigante con cento occhi della mitologia Greca, ovvero Argo Panoptes.

Nell’ottava sala troviamo la ricostruzione dello studio privato di Cesare Lombroso, dove attraverso una voce Lombroso traccia un bilancio della propria esperienza scientifica.

museo di antropologia criminale Cesare Lombroso

Studio di régine debatty – licensed under CC BY-SA 2.0

Nell’ultima sala, la nona, vengono affrontate le teorie più importanti di Lombroso, evidenziando gli sviluppi nel campo criminologo e scientifico.

Sito del Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso: https://www.museolombroso.unito.it

Il Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso è stato oggetto di contestazioni e di richieste di chiusura, specialmente dal “Comitato No Lombroso”, il quale richiede inoltre che le teorie criminologiche di Lombroso vengano rimosse dai libri di testo e che le commemorazioni museali e odonomastiche vengano sospese.

Al “Comitato No Lombroso” hanno aderito circa un centinaio di giunte di comuni italiani oltre ad alcuni arcivescovi, come Cesare Nosiglia di Torino e Vincenzo Bertolone di Catanzaro

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