Asti è capoluogo dell’omonima provincia piemontese e tra il XII e XIII secolo fu uno dei più importanti centri del Piemonte, poiché i suoi mercanti svilupparono reti e commerci in tutta Europa.
Asti, tra Langhe e Monferrato è famosa sia per i suoi vini, come spumante e Barbera che per il suo storico Palio, una delle manifestazioni più antiche d’Italia.
Storia di Asti
Sull’origine del nome Asti ci sono diverse teorie, secondi alcuni deriverebbe dalla matrice ligure ast, ovvero altura, per indicare il primo insediamento sulla collina.
Inoltre leggenda vuole che Gneo Pompeo Magno, alleato e poi avversario di Giulio Cesare piantò in quel luogo la sua nobile asta, indicando dove costruire la città.

In realtà l’origine preromana del nome è dimostrabile anche con l’esistenza di un’omonima località nella riviera Ligure, oggi scomparsa.
Come vediamo a breve, Asti ha una storia antichissima, caratterizzata da periodi di grande splendore alternati a guerre tumultuose, sia interne che esterne.
I primi insediamenti risalgono al neolitico, sulla sponda sinistra del fiume Tanaro e riconducibili all’etnia che romani e greci definivano ligure, poi si spostarono sulla collina dei Varroni intorno al 1800 – 1500 a.C. entrando in contatto sia con popolazioni etrusche tra il 1000 a.C. – 600 a.C. che celtiche.
Il processo di romanizzazione durò dal 200 al 122 a. C. quando nacque un municipio romano denominato Hasta, poco prima di Augusta Taurinorum.
Dell’epoca restano la Torre Rossa, che secondo tradizione fu l’ultima prigione di Secondo d’Asti, patrono della città, poi i resti dell’anfiteatro romano e parte di una domus, antica abitazione romana, mentre recenti scavi hanno identificato terme, Foro e diversi tratti di strade.

Nel 568 giunsero i Longobardi guidati da Re Aboino, definirono Pavia come capitale mentre Asti divenne Ducato, con un territorio esteso fino alla Liguria.
Il Ducato fu guidato da Gundoaldo, mentre i nipoti Pertarito e Godeberto erano in costante conflitto tra loro, tanto che Grimoaldo, re dei Longobardi uccise Godeberto e costrinse alla fuga Pertarito, che poi chiese aiuto ai Franchi.
Così nel 663 il re franco Clotario III si scontrò con Grimoaldo presso Refrancore, poco fuori Asti, tuttavia ebbe la peggio.
Nel 774 Carlo Magno giunse presso l’Abbazia dei Santissimi Apostoli per ricevere l’obbedienza della città, così Asti divenne Contea Franca, tuttavia Carlo Magno morì nell’814 e il Sacro Romano Impero si sgretolò in tanti piccoli feudi, ognuno dei quali reclamava diritti su diversi territori.
Infatti alla fine del XI secolo l’Italia era rivendicata da tre signori e, dopo intrighi e guerriglie ebbe la meglio il friulano Berengario I, salvo morire assassinato a Verona nel 924.
Nei secoli X e XI aumentò l’influenza vescovile, poiché all’epoca per il popolo i vescovi rappresentavano il potere supremo, quasi divino, godendo di rispetto e benevolenza.

Infatti gli imperatori cercarono di aggraziarseli elargendo beni e privilegi, come fece Ugo di Provenza che nel 938 concesse al vescovo di Asti il Castel Vecchio, all’epoca roccaforte della città.
Nel 962 Ottone di Sassonia nominò il vescovo Bruningo signore della città, nello stesso periodo la diocesi di Asti comprendeva gran parte del basso Piemonte, della Val Chisone, quasi fino a Fenestrelle, diverse parrocchie del torinese e parte dei territori di Alessandria e Casale.
I vescovi di Asti mantennero la propria missione spirituale, infatti sembra che migliorarono le condizioni sociali ed economiche della città, come quando Bonifacio I cedette al Comune parte di fondi e terre della Chiesa.
Il 28 maggio 1095 il vescovo Oddone cedette al comune il Castello di Annone, mentre nel 1141 l’imperatore concesse alla città di battere moneta.
Asti iniziò subito una politica di espansione economica, i mercanti svilupparono banchi in tutta Europa sconfinando anche nei territori di potenti famiglie feudatarie.
Questo creò diversi attriti, alcuni feudatari cercarono di bloccare l’espansione di Asti, poi il Marchese del Monferrato chiese aiuto all’imperatore Federico Barbarossa che, nel 1155 conquistò la città ristabilendo il potere di vescovi e nobili.

Asti cercò di liberarsi aggregandosi alla Lega Lombarda, un’alleanza militare costituita da alcuni comuni dell’Italia settentrionale, tuttavia nel 1174 venne nuovamente assediata e distrutta.
Con la Pace di Costanza del giugno 1183, la Lega Lombarda ottenne diverse libertà comunali, così per Asti iniziò un altro periodo di forte espansione commerciale.
La città divenne poi bersaglio di Federico II di Svevia, tuttavia fu sconfitto con l’aiuto di Genova ed Alessandria, stessa sorte per Tommaso II di Savoia che nel 1255 fu catturato dai torinesi e portato nel carcere astigiano, il che permise ad Asti di estendere i suoi domini su Moncalieri, Cavour e Carignano.
Quando il parigino Carlo I d’Angiò mirò all’Italia settentrionale, Asti strinse alleanze con Genova, Monferrato e Pavia, culminando nel 1275 con la battaglia di Roccavione (CN), dove i francesi subirono gravi perdite.
Così Asti raggiunse l’apice del suo splendore, crebbe di popolazione fino a contare più di 40.000 abitanti, inoltre il potere delle famiglie mercatali aumentò anche grazie ad accordi stipulati oltre confine.
Infatti le loro agenzie di pegno si diffusero in tutta Europa, poi con il fallimento delle grandi banche fiorentine la potente curia papale di Avignone si affidò alla casata astigiana dei Malabaila, elevandoli a banchieri pontifici.

Tuttavia Asti era costantemente flagellata da guerriglie interne tra fazioni guelfe e ghibelline, indebolendo notevolmente il Comune e quindi, facendo mancare la coesione che ne aveva permesso l’espansione economica.
Infatti il 14 agosto 1342, i cittadini esasperati dalle continue lotte interne si posero sotto il governo di Luchino Visconti, signore di Milano.
Alcuni anni dopo Asti fu compresa nella dote di nozze di Valentina Visconti, sposa Luigi di Valois duca di Orléans, donando alla città un nuovo periodo di ripresa politica ed economica.
In seguito Carlo di Valois-Orléans, figlio di Luigi d’Orléans mise al governo di Asti Filippo Maria Visconti, tuttavia nel 1415 Carlo cadde prigioniero degli inglesi nella Battaglia di Azincourt, rimanendo in Inghilterra fino al 1440.
Nel frattempo moriva Filippo Visconti e, non avendo figli i parenti prossimi avanzarono pretese anche sulla città, che nei successivi vent’anni visse tra continui assalti e guerriglie.
Con la morte di Carlo di Valois-Orléans Asti passò alla Francia di Re Luigi XI, che conferì agli Sforza di Milano il potere sulla città.
Il 9 settembre 1495 Carlo VII, figlio di Luigi XI entrò ad Asti con il benestare di Ludovico Maria Sforza e con l’intento di estendere i propri domini, tuttavia morì prematuramente a 36 anni e con lui il ramo dei Valois.

Gli succedette Luigi XII, il quale strinse un’alleanza sia con il papa che con Venezia per fare guerra a Ludovico Sforza, il quale formò una Lega Antifrancese anche con l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo e Ferdinando II d’Aragona, Re di Sicilia.
Nell’estate 1499 Asti fu conquistata dai francesi, poi dopo la battaglia di Ravenna dell’aprile 1512 passò alla famiglia dei Paleologi, ultima dinastia a governare l’Impero Romano d’Oriente, infine nel 1515 tornò alla Francia.
Durante la guerra tra Francesco I di Francia e Carlo V d’Asburgo, Asti cambiò spesso dominatore, fino al 1531 quando Carlo V donò la città a sua cugina Beatrice di Portogallo, sposa di Carlo III di Savoia, detto il Buono.
Gli succedette il figlio Emanuele Filiberto, il quale concesse ad Asti i vecchi privilegi, poi nella prima metà del Seicento scoppiò la guerra tra spagnoli e francesi.
Il figlio Carlo Emanuele I si oppose alla Spagna, scatenando così la guerra del Monferrato, poi nel 1625 la vittoria del Savoia sugli spagnoli sancì il Secondo Trattato di Asti.
Tuttavia la città non trovò pace, nel 1639 passò agli spagnoli, nel 1643 tornò ai Savoia, nel 1705 fu occupata dai francesi, due anni dopo tornò ai Savoia, poi venne riconquistata dai francesi che furono ricacciati da Vittorio Amedeo III.

Il Trattato di Aquisgrana dell’ottobre 1748 portò un periodo di stabilità, poi allo scoppio della Rivoluzione francese Vittorio Amedeo III si alleò con Inghilterra, Austria e Prussia.
Nel 1792 l’esercito rivoluzionario francese invase la Savoia, i sabaudi si difesero per cinque anni, poi dopo l’abbandono dell’Austria firmarono l’Armistizio di Cherasco e con il Trattato di Parigi del 1796 cedettero alla Francia sia Nizza che la Savoia.
Succedette al trono Carlo IV di Savoia che dopo pesanti sconfitte abdicò il 6 dicembre 1798, poi il 22 giugno 1800 Napoleone Bonaparte entrò a Torino.
L’11 settembre 1802 la Francia annesse il Piemonte e l’astigiano fu sottoposto a pesanti contribuzioni con fieno, vino, burro e cavalli, necessari alle fortezze di Tortona e Alessandria.
Infatti nell’astigiano scoppiarono rivolte e i fatti più gravi avvennero a Castell’Alfero, dove la resistenza venne stroncata nel sangue, incentivando il brigantaggio in tutta la regione.
Dopo la sconfitta di Napoleone, nel 1814 tornarono i Savoia, tuttavia furono anni di recessione anche a causa del crollo delle esportazioni di seta, oltre a tifo e vaiolo che nel 1817 colpirono Asti.

Nei primi decenni dell’Ottocento Asti iniziò a trasformarsi, poi le riforme di Re Carlo Alberto portarono la città alla rinascita, anche grazie a all’istituzione di fondazioni culturali ed economiche.
Nella seconda metà dell’Ottocento vi fu lo sviluppo industriale, con la conseguente crisi agricola e l’emigrazione dalle campagne verso la città.
Arriviamo al Novecento, quando durante la seconda guerra mondiale Asti e il Monferrato vissero in pieno resistenza, bombardamenti, rastrellamenti e deportazioni, poi il 30 aprile 1945 le truppe americane entrarono in città.
Nel dopoguerra nacquero diverse aziende metalmeccaniche, infatti vi fu una forte immigrazione in città da campagne, Veneto e meridione.
Poi con la crisi del settore automobilistico Asti ha investito nella sua antica vocazione vinicola e gastronomica, infatti negli ultimi decenni molte persone si sono spostate nelle campagne, favorendo un forte aumento della produzione enologica di qualità oltre allo sviluppo del settore agroturistico.
Breve accenno al Palio di Asti
Il Palio di Asti nacque con le celebrazioni patronali di San Secondo, ha radici antichissime e si svolge quasi ininterrottamente dal XII secolo.
All’epoca la corsa si teneva durante le feste patronali nella Contrada Maestra, oggi corso Alfieri e la prima notizia certa risale al 1275, definendola già una consuetudine.

Il Palio è talmente radicato in città che gli astigiani hanno sempre combattuto per mantenerlo, infatti compare in tutti i trattati, alleanze e capitoli delle convenzioni con reggenti e dominatori.
Il percorso fu spostato quando Gian Galeazzo Visconti, signore di Asti dal 1382 fece erigere una cittadella fortificata in corrispondenza della gara, poi indirizzata su un percorso lineare di circa 2.500 metri lungo l’arteria principale della città.
Nel 1936 Benito Mussolini riconobbe solo a Siena il privilegio di chiamare la propria manifestazione Palio, ordinando di modificare la denominazione della festa astigiana in certame cavalleresco.
Durante la guerra d’Etiopia, il 3 maggio 1936 la 104° Legione Camicie Nere, composta soprattutto da astigiani corse un palio speciale con asini sulle rive del lago Ascianghi ed a vincere fu il Borgo Nuovo di Santa Maria.
Nella prima edizione del dopoguerra, il Palio di Asti catalizzò 100.000 persone e 14 tra borghi, rioni e comuni.
Cosa visitare ad Asti
Asti è ricchissima di storia, arte e cultura, come la maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta, massima espressione dell’architettura gotica della regione.

Poi la chiesa di San Pietro in Corsavia, costituita da 4 edifici databili dal XII al XIV secolo, le chiese gotiche di Santa Maria Ausiliatrice e quella di San Secondo, custode delle reliquie del santo e che, secondo tradizione sorge sul luogo dove il santo patrono ebbe martirio e sepoltura.
Il Santuario Diocesano della Beata Vergine del Portone, in stile neoclassico e romanico, mentre per ciò che concerne il barocco abbiamo le chiese della Confraternita della Santissima Trinità e di Sant’Evasio.
Sempre barocche sono le chiese di San Martino, San Paolo, Santa Caterina e la chiesa di San Teobaldo, detta della Consolata con l’attiguo monastero cistercense.
Poi la chiesa di San Secondo in stile gotico, una delle più antiche di Asti, è dedicata al santo Patrono della città ed è ricca di affreschi ed opere d’arte.

Asti è anche ricchissima di edifici storici, palazzi e torri, come la Torre Quartero che prende il nome dal suo proprietario nel XVIII secolo, ovvero il cavalier ufficiale Lorenzo Quartero.
Poi la Torre Solaro, all’angolo tra via Carducci e via Gioberti, la Torre dell’orologio, uno dei simboli di Asti, la Guttuari in piazza Statuto e la Comentina in piazza Roma angolo corso Alfieri.
Infine la famosa Torre Rossa di San secondo che, secondo leggenda popolare fu l’ultima prigione del Santo Patrono di Asti prima del martirio.
Palazzi storici di Asti
Per ciò che concerne gli edifici medievali abbiamo i palazzi Zoya e Natta, l’affascinante Palazzo Catena in via XX Settembre e quello di Verasis-Asinari del XIV secolo, poi ristrutturato in epoca rinascimentale.
Il Palazzo del Podestà, detto anche dei notai ed il cinquecentesco Palazzo Malabaila, realizzato da Alessandro Malabaila per accogliere Luigi XII di Francia che si apprestava a conquistare Milano, usando Asti come base logistica.
Il Palazzo di Città, in stile barocco e sede del Consiglio del Palio di Asti, donato nel 1558 da Emanuele Filiberto di Savoia alla comunità astigiana e poi ristrutturato dall’architetto romano Benedetto Alfieri.
Palazzo Alfieri in stile barocco, casa natale del celebre poeta astigiano Vittorio Amedeo Alfieri, fu rimaneggiato nel Settecento, poi donato al Comune di Asti a inizio Novecento e soggetto a diversi restauri.

Palazzo Mazzetti, in stile barocco e sede della Pinacoteca Civica di Asti, l’Ottolenghi, anch’esso barocco e sede del Museo del risorgimento e il Mazzola, dal 1980 sede dell’archivio storico della città,
Palazzo Mazzola, probabilmente realizzato nel XII secolo fu poi completato nel 1516, mentre nel 1710 Filippo Mazzola lo donò all’opera pia Buon Pastore per ospitare giovani disadattati e bambini abbandonati.
Palazzo Michelerio, risalente al Cinquecento e rimaneggiato nei secoli successivi e infine il Palazzo di Giustizia del XVII secolo, prima convento e poi caserma per il Centro Addestramento Reclute e successivamente intitolato al capitano carrarese Luigi Giorgi.
Musei di Asti
La Cripta e museo di Sant’Anastasio, vicinissimo alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Domus dei Varroni, edificio privato di epoca romana, a meno di 100 metri dalla Torre Rossa.
Il Museo paleontologico territoriale dell’Astigiano, conosciuto anche come Museo dei Fossili e quello degli arazzi presso la Certosa di Valmanera, in Borgo San Pietro.
La Sinagoga con annesso Museo ebraico, edificio del XVII secolo in via Ottolenghi e la Pinacoteca Civica di Asti presso Palazzo Mazzetti.
Il Museo del Risorgimento di Asti conserva reperti databili dal 1797, anno di proclamazione della Repubblica Astese al 1870, quando ci fu la presa di Roma, oltre a collezioni della prima e seconda guerra mondiale.