Galleria Sabauda di Torino: storia e raccolta dei dipinti

La Galleria Sabauda di Torino è una pinacoteca fondata da Carlo Alberto di Savoia, aperta nel 1832 rappresenta una delle più importanti collezioni pittoriche dell’Italia, con oltre 700 dipinti che vanno dal XIII al XX secolo.

Le collezioni dal 2014 si trovano nel Palazzo Reale di Torino, all’interno del complesso dei Musei Reali della città.

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Esposizione di Guilhem Vellut – licensed under CC BY 2.0

I Musei Reali sono visitati da circa mezzo milione di persone l’anno e comprendono il Palazzo Reale, l’Armeria Reale, la Biblioteca Reale, la Galleria Sabauda, il Museo Archeologico e le mostre di Palazzo Chiablese.

La galleria Sabauda prevede un percorso di visita a carattere cronologico e ospita opere di diversi artisti, i più significativi sono: Gaudenzio Ferrari, Piero del Pollaiolo, Orazio Gentileschi, Guido Reni, Francesco del Cairo, Macrino d’Alba, Andrea Mantegna, Gerrit Dou, Antoon van Dyck, Sebastiano Ricci, Giovanni Martino Spanzotti, Paolo Veronese, Pieter Paul Rubens, Isidoro Bianchi, Defendente Ferrari, Jan van Eyck, Beato Angelico, Agnolo di Cosimo detto Bronzino, Gerolamo Giovenone, Rogier van der Weyden, Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, Hans Memling, Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma, Paolo Pagani, Rembrandt van Rijn, Bernardo Bellotto, Matteo di Gualdo, Duccio di Boninsegna.

La collezione iniziò a prendere forma nel XVI secolo quando la Casa Savoia in veste di Emanuele Filiberto, trasferì la capitale del ducato da Chambéry a Torino.

Il Museo venne istituito da Re Carlo Alberto il giorno del suo compleanno, il 2 Ottobre del 1832 ed era ubicato nelle sale di Palazzo Madama, dando vita ad una delle collezioni pittoriche più famose in tutta Europa.

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Hans Memling di Frans Vandewalle – licensed under CC BY-NC 2.0

Il primo direttore della Galleria Sabauda fu il politico Roberto d’Azeglio e nel 1836 il primo catalogo della collezione raggruppava 365 opere, poi nel 1860 Re Vittorio Emanuele II donò la Galleria al regno, ponendola di fatto alla dipendenza dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione.

Nel 1865 grazie agli sforzi di Massimo d’Azeglio, fratello minore di Roberto d’Azeglio, la collezione fu trasferita al secondo piano del Palazzo dell’Accademia delle Scienze e qui i dipinti vennero ordinati secondo una sequenza cronologica e secondo le varie scuole pittoriche di appartenenza.

Poi nel 1933 la pinacoteca prese il nome di Galleria Sabauda, in concomitanza con il centenario della sua istituzione.

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Il patrimonio artistico della Galleria ebbe una costante crescita nel corso degli anni, anche grazie ai contributi dell’industriale e collezionista d’arte biellese Riccardo Gualino.

Negli anni ’50 la Soprintendente Noemi Gabrielli (storica dell’arte e museologa) insieme all’architetto e storico dell’architettura italiana Piero Sanpaolesi, fecero un progetto di riallestimento della Galleria Sabauda che viene considerato uno dei capolavori della museologia italiana.

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A cavallo fra gli anni ’80 e ’90 vi furono altri lavori di riallestimento, con lo scopo di ampliare lo spazio dedicato alle opere e modificare il percorso di visita e sempre nello stesso periodo vi fu una massiccia opera di restauro dei dipinti.

Nel 1998 iniziarono le procedure di trasferimento nella nuova sede, individuata nella “Manica Nuova” del Palazzo Reale, accanto al Duomo di Torino.

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