La Porta Palatina si trova nel Parco Archeologico di Torino nell’attuale piazza Cesare Augusto, era l’antica porta romana che permetteva l’accesso da settentrione all’antica città Augusta Taurinorum ed è analoga alla Porta Decumana che si trova nella struttura di Palazzo Madama.
La Porta Palatina è la principale testimonianza archeologica romana di Torino ed è considerata una delle porte urbiche meglio conservate a livello mondiale
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Ci sono diverse teorie sull’etimologia del termine Porta Palatina, la più accreditata indica che il nome derivi da Palatium, edificio che fungeva come sede imperiale dei Longobardi.
Le due torri della Porta Palatina sono alte oltre 30 metri, hanno la base quadrata mentre il tronco è caratterizzato da sfaccettature a 16 lati.
È bene sapere che solo la torre di destra e la parte centrale risalgono all'epoca dei romani.
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La parte centrale della struttura (interturrio) ha una lunghezza di circa 20 metri ed ha un monofore ad arco, ovvero un tipo di finestra sormontata da un arco che presenta una sola apertura, invece le finestre si trovano sulla parte superiore.
Nella parte inferiore vi sono due fornaci carrai mentre lateralmente troviamo due piccoli varchi pedonali.
Sul terreno dell’area appena circostante troviamo ancora parte del basolato, ovvero un tipo di pavimentazione stradale utilizzato dagli antichi romani.
Statua di Matteo Villani licensed under CC BY-NC-ND 2.0
Nelle immediate vicinanze sono presenti due statue di bronzo che raffigurano Giulio Cesare e Augusto, non sono originali bensì copie risalenti all’ultimo restauro del 1934.
La Porta Palatina potrebbe aver conservato la sua funzione di entrata e varco cittadino fino all’XI secolo circa, poi nel 1904 la torre di sinistra venne ricostruita e le due torri furono fornite di merli per scopi di difesa.
Nella prima metà del 1700 la Porta Palatina corse il rischio di essere abbattuta su volere di Vittorio Amedeo II di Savoia, ma l’architetto ed ingegnere Antonio Bertola riuscì a convincere il duca a preservare l’opera romanica.
In seguito le due torri vennero adibite prima come carcere nel 1724 e poi come istituto di reclusione femminile.
Palatium di Pietro Izzo licensed under CC BY-NC-SA 2.0
Nel 1860 vennero costruite le carceri Le Nuove su commissione di Vittorio Emanuele II e la Porta Palatina fu oggetto di nuovi restauri, poi nei primi anni del 1900 l’architetto Alfredo D'Andrade guidò una grande opera di restauro donandole l’aspetto attuale.
Seguirono altre due opere di restauro, prima nel 1934 e poi nel 1938 ad opera del governo fascista.
In occasione del centenario dell'unità d'Italia, l’ingegnere Guido Chiarelli guidò il progetto per la nuova illuminazione della Porta Palatina ed infine negli anni ’80 la via Porta Palatina venne resa interamente pedonale.
Nel 2006, in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali, l’area è stata interamente ridisegnata su progetto degli architetti Luca Reinerio, Aimaro Isola e Giovanni Durbiano e così nacque il Parco Archeologico di Torino.
Puoi approfondire seguendo il link del Gruppo Archeologico Torinese: archeocarta.org/
Un ulteriore opera di restauro è iniziata nel 2014 e terminata a marzo dell’anno successivo.
La Porta Palatina si trova vicino a piazza San Giovanni, dove si trova il Duomo di Torino e la Cappella della Sacra Sindone
Teatro Romano di Torino
Nel Parco Archeologico di Torino si trova anche il Teatro Romano risalente al 13 a.C. rimase attivo fino al III secolo e dopo un lungo periodo di decadimento venne restaurato nel 1899 su commissione del re Umberto I.
Il Teatro Romano fu costruito su volere dell'imperatore Augusto, per elevare il villaggio di Taurasia in città con il nome di Augusta Taurinorum, successivamente venne ampliato anche per venire incontro alla crescita della popolazione.
L’antica costruzione romana sorgeva nel quartiere più agiato della città e rappresenta uno dei teatri più piccoli nel suo genere, molto simile al teatro romano di Basilea (attuale Svizzera), all’epoca Augusta Raurica.
Per approfondimenti consigliamo leggere questo articolo su romanoimpero.com
Le prime strutture di legno, delle quali non vi è rimasta traccia vennero sostituite da strutture in muratura, inoltre venne ampliato lo spazio alle spalle della parete di scena.
È probabile che il teatro, nella parete nord, fosse dotato di torri simili a quelle della Porta Palatina che ne consentiva l’accesso diretto anche a coloro che provenivano da fuori città, da qui si deduce che fosse frequentato anche da chi proveniva dalle campagne circostanti.
Xilografia del 1890
Nella seconda metà del I secolo il teatro fu oggetto di una restaurazione completa aumentando la capienza, le scalinate oltre che realizzare una nuova facciata.
Il teatro aveva una capienza di 3.000 persone e nel suo periodo di splendore probabilmente ha anche ospitato delle naumachie, ovvero delle rappresentazioni di battaglie navali.
Questa tesi viene supportata da alcuni canali rinvenuti nelle vicinanze e sotto il tracciato iniziale, l’attuale via Roma, una delle principali strade di Torino.
Il Teatro venne utilizzato per oltre due secoli fino a quando il Cristianesimo non si affermò come religione predominante, con il conseguente divieto di rappresentazioni teatrali.
Alla fine del IV secolo era ormai abbandonato e venne utilizzato come cava per i materiali edili, i quali servirono per la costruzione del Duomo di Torino.
Fu solo fra il 1899 ed il 1906 durante gli scavi per realizzare la nuova ala del Palazzo Reale per volere del re Umberto I, che i resti del teatro romano furono portati alla luce.
Grazie alla ferma opposizione dell’architetto Alfredo D'Andrade (portoghese) che fece modificare il progetto, i resti del teatro non furono demoliti, permettendone la conservazione e la restaurazione.