Corso Vittorio Emanuele II, l’antico viale del Re

Corso Vittorio Emanuele II con i suoi 4.2 chilometri è una delle principali strade di Torino, inizia all’incrocio con Corso Fratelli Cairoli e termina in Piazza Rivoli.

La parte più antica di corso Vittorio Emanuele II, quella verso il centro storico è caratterizzata dai tipici ed eleganti portici torinesi.

Storia di Corso Vittorio Emanuele II

Un primitivo viale nacque per collegare Porta Nuova, la porta realizzata durante il primo ampliamento del 1620 fino a Lungo Po, costeggiando l’attuale Parco del Valentino, il cui Castello era la residenza estiva di Casa Savoia.

corso vittorio emanuele II

monumento a Vittorio Emanuele II

Tuttavia all’epoca le carrozze utilizzavano Via Nizza e Viale del Valentino, l’attuale corso Guglielmo Marconi, poiché una via carrabile fu realizzata solo qualche decennio dopo.

Un vero e proprio viale nacque nel XIX secolo, quando Torino uscì dal perimetro murario e la parte più antica, ovvero dalla stazione ferroviaria al fiume fu aperta nel 1814, prima con il nome di Viale del re e poi corso del Re.

Il viale fu ampliato durante lo sviluppo urbano del 1835-1845 raggiungendo Largo del Re, l’attuale piazza Carlo Felice, nei pressi della Piazza d’Armi, che all’epoca era nel rione San Secondo, l’attuale zona di corso Gallileo Ferraris, via Matteotti, Camerana e Assietta.

Nel 1840, su progetto dell’ingegnere francese Paul Lehaitre fu realizzato Porte Maria Teresa, che allora si connetteva con Borgo del Rubatto, oggi Borgo Crimea.

Il ponte fu realizzato con un accordo tra il Re ed una società privata, la stessa che avrebbe potuto riscuotere il pedaggio per 70 anni, tuttavia fin dal 1879 ponte Maria Teresa creò diversi problemi, quindi nel 1881 fu acquistato dalla città di Torino, che abolì anche il pedaggio.

Nel 1897 causa peggioramenti il ponte fu chiuso al pubblico, poi venne demolito nel 1906 e rimpiazzato dal ponte Umberto I, inaugurato nel 1907 alla presenza di Vittorio Emanuele III di Savoia.

ponte umberto I

ponte Umberto I

Poi al ponte furono aggiunte alcune statue, così fu inaugurato una seconda volta nel 1911 durante l’ Esposizione internazionale di Torino.

Le statue sono la Maestà che protegge l’Industria e la Maestà che protegge l’Arte dello scultore torinese Cesare Reduzzi, la Pietà e il Valore sul campo di battaglia dello scultore di Portogruaro (VE) Luigi Contratti.

statua umberto I torino

Fred Romero – licensed under CC BY 2.0

Con il passare degli anni il viale, l’attuale corso Vittorio Emanuele II proseguì il suo tracciato fino a raggiungere piazza Rivoli.

Luoghi di interesse in Corso Vittorio Emanuele II

Il Parco del Valentino, con il suo Castello e Borgo Medievale è uno dei simboli di Torino e con i suoi 42.10 ettari è secondo solo al Parco della Pellerina.

castello valentino

L’attuale aspetto del parco del Valentino è opera dell’architetto e paesaggista francese Jean-Pierre Barillet-Deschamps, che vi lavorò nel XIX secolo.

Il castello fu costruito nel XVI secolo dagli architetti torinesi Carlo e Amedeo di Castellamonte (padre e figlio) ed è inserito nella lista patrimonio dell’umanità UNESCO come parte delle Residenze Sabaude.

Sul Castello del Valentino aleggiano diverse leggende, in particolare quella su Maria Cristina di Borbone-Francia che, sempre secondo le leggende, incontrava i suoi amanti segreti facendoli poi gettare nel pozzo.

parco valentino

Castello di Francesco – licensed under CC BY-NC 2.0

Il Borgo Medievale fu realizzato da diversi artisti e intellettuali come padiglione dell’Esposizione generale italiana tenutasi a Torino nel 1884, coordinati dall’architetto portoghese Alfredo d’Andrade.

Il complesso è una fedele riproduzione di un tipico borgo medievale con mura, piazze, chiese, case, fontane e decorazioni, mentre la rocca prende ispirazione da diversi castelli piemontesi e valdostani.

Nel parco del Valentino, all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele II e ponte Umberto I si trova il Monumento dell’Artigliere, un arco trionfale in onore all’Arma dell’Artiglieria.

monumento artigliere corso vittorio emanuele II

Il monumento fu realizzato dallo scultore di Moncalieri Pietro Canonica e inaugurato il 15 giugno 1930.

Il Monumento all’Artigliare presenta altorilievi esterni ispirati a quattro reparti militari, mentre al centro troviamo la statua di Santa Barbara, patrona degli artiglieri, che nella mano sostiene la palma del martirio.

In corso Vittorio Emanuele II angolo corso Massimo d’Azeglio si trova la statua realizzata tra il 1867 e il 1873 dallo scultore salernitano Alfonso Balzico e dedicata al politico e scrittore torinese Massimo Taparelli d’Azeglio.

monumento massimo d'azeglio

La statua, sul cui basamento vi è una tavolozza, un libro e una spada militare fu prima posata nel 1837in piazza Carlo Felice, poi trasferita dov’è attualmente nel 1936.

Proseguendo arriviamo alla stazione ferroviaria di Porta Nuova, in piazza Carlo felice, sulla sinistra troviamo il famoso quartiere San Salvario, a destra lo storico Borgo Nuovo.

Edifici storici di corso Vittorio Emanuele II

Al numero 6 di corso Vittorio Emanuele II sorge Palazzo Gualino, eretto tra il 1928 e il 1930 dall’architetto Luigi Levi-Montalcini, fratello della famosa neurologa italiana Rita Levi-Montalcini.

L’edificio fu commissionato dal finanziere e mecenate biellese Riccardo Gualino e fu acclamato dalla stampa di settore dell’epoca come simbolo della nascente corrente del Razionalismo italiano.

Poi Palazzo Gualino fu acquistato dalla Fiat e divenne sede dell’ufficio personale del senatore Giovanni Agnelli (1866 – 1945).

Al numero 13 di Corso Vittorio Emanuele II troviamo la chiesa San Giovanni Evangelista, in stile neoromanico lombardo, realizzata tra il 1878 e il 1882 dall’architetto vercellese Edoardo Arborio Mella.

chiesa giovanni evangelista

La chiesa è anche chiamata “San Giovannino”, per distinguerla dalla Cattedrale di san Giovanni Battista, patrono di Torino.

Al numero 23 si trova il tempio Valdese di Torino in stile eclettico, neogotico e romantico, edificato tra il 1851 e il 1853 dall’architetto torinese Luigi Formento.

La religione valdese venne liberalizzata dopo lo Statuto Albertino del 1848, che prende il nome da colui che lo promulgò, ovvero Carlo Alberto di Savoia.

Poco distante, precisamente in piazzetta Primo Levi 12 sorge la Sinagoga di Torino, realizzata tra il 1800 e il 1884 dall’architetto torinese Enrico Petiti.

Al numero 52 si trova l’elegante Palazzo Priotti, la cui progettazione fu affidata all’architetto torinese Camillo Riccio, rimaneggiando una costruzione precedente del 1861, nota per ospitare dal 1865 il caffè Burello.

A causa dell’improvvisa morte dell’architetto Riccio nel 1899, il progetto venne affidato al famoso architetto torinese Carlo Ceppi, molto attivo in città.

portici corso vittorio emanuele II torino

portici di corso Vittorio Emanuele II – licensed under CC BY 2.0

Caffè Burello

Il Caffè Burello era anche noto come pantalera, in dialetto piemontese tettoia e nel tempo divenne luogo di incontro per i passeggeri della vicina stazione ferroviaria di Porta Nuova, specialmente per i commercianti che venivano a Torino per vendere cavalli o acquistare carrozze.

Infatti il Caffè divenne ben presto tappa obbligata per i giovani di famiglia agiata che cercavano calessi o cavalli veloci.

Poi negli ultimi anni dell’Ottocento, con la diffusione delle automobili, il Caffè Burello mantenne il suo brand aggregativo, infatti nelle sue sale, oltre a tenersi alcune riunioni costitutive della FIAT nacque l’idea della Ceirano, la storica azienda automobilistica fondata nell’ottobre 1898 a Torino.

La Ceirano fu fondata da Giovanni Battista Ceirano, imprenditore e pioniere dell’automobile, Attilio Calligaris, Cesare Goria Gatti, l’architetto Pietro Fenoglio, l’imprenditore e nobile torinese Emanuele Cacherano di Bricherasio, fondatore anche dell’Automobile Club d’Italia.

Poco più avanti arriviamo in piazza Carlo Felice, dove c’è la storica stazione ferroviaria di Porta Nuova.

Da piazza Carlo Felice, progettata nel 1861 dall’architetto francese Jean-Pierre Barillet-Deschamps inizia la centralissima via Roma, che con i suoi eleganti portici conduce fino a piazza Castello, il cuore del centro storico di Torino.

via roma

La continuità dei portici di piazza Carlo Felice e corso Vittorio Emanuele II sono opera dell’architetto e archeologo torinese Carlo Promis, mentre quelli di via Lagrange furono progettati dall’architetto Barnaba Panizza, anch’esso torinese e molto attivo in città.

Proseguendo si arriva all’incrocio con corso Gallileo Ferraris, dove sulla sinistra si trova lo storico quartiere Crocetta, con ville a palazzi in stile liberty torinese.

All’incrocio con Corso Gallileo Ferraris troviamo anche l’imponente monumento a Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia.

Il Monumento, voluto dal figlio di Vittorio Emanuele II, ovvero re Umberto I, che lo finanziò a proprie spese, fu inaugurato il 9 settembre 1899 ed è opera dello scultore ligure Pietro Costa.

Il monumento ha un’altezza di 39 metri e la statua di Vittorio Emanuele II è sorretta da 4 colonne doriche, alla cui base vi sono quattro figure che rappresentano la Libertà, l’Unità, la Fratellanza ed il Lavoro.

monumento vittorio emanuele II torino

monumento – licensed under CC BY 2.0

Secondo alcune dicerie, tuttavia prive di conferme la statua del Re volge le spalle a corso Francia come sprezzo per i diversi compromessi politici che i Savoia dovettero accettare dai francesi per ottenere l’indipendenza del Regno d’Italia.

Sul lato opposto troviamo la GAM di Torino, ovvero la Galleria civica d’arte moderna e contemporanea, fondata tra il 1891 e il 1895 e sede di collezioni permanenti che vanno dal 1800 fino ad oggi.

Appena superato corso Vinzaglio troviamo il santuario Sant’Antonio di Padova, in stile neogotico e neoromantico, precisamente la numero 5 della via omonima.

Il Santuario di Sant’Antonio da Padova fu costruito tra il 1883 e il 1887 dall’ingegnere Alberto Porta per ospitare i frati Minori, poiché all’epoca, a causa della Legge Siccardi furono estromessi da Torino.

Proseguendo arriviamo in corso Inghilterra, vicino alla stazione ferroviaria di Porta Susa, dove al numero 3 si erge il grattacielo Intesa San paolo, edificato tra il 2011 e il 2015 dall’architetto genovese Renzo Piano.

stazione porta susa

Il grattacielo Intesa Sanpaolo con i suoi 167,25 metri il terzo edificio più alto di Torino, dopo il grattacielo della Regione Piemonte nel quartiere Nizza Millefonti e la splendida Mole Antonelliana in pieno centro storico.

Dall’altro lato di corso Vittorio Emanuele II troviamo il complesso carcerario “Le Nuove”, realizzato tra il 1857 e il 1869 su progetto dell’architetto Giuseppe Polani per sostituire le diverse strutture detentive dell’epoca che, oltre ad essere sparse per la città erano ormai inadeguate.

Il complesso “Le Nuove” nel corso degli anni ’50 fu oggetto di interventi migliorativi, poi dagli anni’ 80 venne progressivamente sostituito daln uovo penitenziario conosciuto come Vallette, il cui nome è Casa Circondariale Lorusso e Cutugno.

A partire dagli anni 2000 il complesso carcerario “Le Nuove” è sede del Museo omonimo.

Dietro Le Nuove, in corso Castelfidardo 22 si torva lo storico complesso ferroviario Officine Grandi Riparazioni, conosciuto come OGR.

Dalla fine dell’Ottocento fino ai primi anni ’90 le OGR di Torino rappresentavano un’eccellenza nel campo della manutenzione di automotrici, vagoni ferroviari e locomotive.

In seguito sono state oggetto di profonde ristrutturazioni e recupero, passando da ex officine per la riparazione dei treni a nuove Officine della cultura contemporanea, innovazione e accelerazione d’impresa a vocazione internazionale.

Proseguendo per corso Vittorio Emanuele II si arriva in piazza Adriano, realizzata nel 1952, dove all’epoca c’era il Birrificio Boringhieri & C. fondato nel 1876 da Andrea Boringhieri che, nel 1928 produceva circa 30.000 ettolitri di birra annui.

Poi corso Vittorio Emanuele II fu prolungato fino a piazza Rivoli, la quale confluisce in corso Francia, una delle strade principali di Torino, che partendo dalla enigmatica piazza Statuto termina nella cittadina di Rivoli.

Lascia un commento